Gestire banconote e monete non è gratis per gli Stati, che devono sostenere costi legati ai materiali, ai macchinari, all’immagazzinamento ed alla distribuzione. Secondo uno studio di Banca d’Italia del 2014, solo nella Penisola stampare moneta ogni anno costa allo Stato circa 8 miliardi di euro, ovvero intorno allo 0,5% del PIL. La spesa media europea per Paese in questo ambito, invece, è dello 0,4%. Il maggior peso sentito dall’Italia nella gestione di banconote e monete dipende dal fatto che nella Penisola l’utilizzo degli strumenti finanziari digitali viene ancora visto con leggera diffidenza dai più.
Quanto spendono gli italiani per i contanti
Secondo Banca d’Italia, ogni anno le spese legate ai contanti nella Penisola equivalgono a circa 200 euro pro capite l’anno. I costi principali dipendono dai materiali, dalle apparecchiature, dal personale, dal trasporto, dai magazzini e dalle misure di sicurezza. Inoltre, un altro fattore sono le monete e le banconote perse o distrutte, che renderanno necessario produrne in quantità maggiori.
Oltre ai costi diretti, il largo uso del contante in Italia espone ad una serie di rischi. Banca d’Italia segnala che intorno al 40% delle rapine in Europa avvengono nella Penisola. Inoltre, ogni anno, vengono sequestrate circa 70 mila banconote false, su 385 mila dell’Unione Europea, il 18% del totale.
Le banconote
I biglietti sono composti in fibra di cotone, scelta per la sua resistenza e leggerezza. Ad essi vengono poi aggiunti una filigrana, un foglio metallico ed un security thread, un filo sul quale è presente un codice. Questi tre componenti servono per poter verificare con maggiore sicurezza e rapidità l’autenticità del denaro contante.
Il costo per la produzione di banconote può variare in base alle oscillazioni di prezzo del cotone e, in misura minore, degli altri materiali. Inoltre, il prezzo cambia anche per le diverse banconote, che hanno dimensioni differenti. Per stampare il costo oscilla fra i 6 ed i 18 centesimi per unità. Nell’Unione Europea vengono emessi fra 5 e 6 miliardi di biglietti ogni anno, in 11 diversi stabilimenti.
Le monete
Le monete in euro, a differenza delle banconote, sono gestite e prodotte dalle Banche Centrali nazionali, nei limiti accettati dalla BCE. In questo campo ci sono spesso state discussioni legate ai pezzi da 1, 2 e 5 centesimi. Questi, infatti, hanno un costo di produzione superiore al loro valore monetario. Una moneta da 1, infatti, costa circa 4,5 centesimi, una da 2 ne costa circa 5,2 e quella da 5 circa 5,7. Anche qui, però, come con le banconote, la spesa può cambiare in base alle oscillazioni di prezzo dei materiali necessari.
Coniare monete da 10 centesimi costa allo Stato 5 centesimi, per i 20, invece, ne servono 7. I pezzi da 1 e 2 euro, invece, per essere prodotti richiedono rispettivamente 18 e 25 centesimi a unità.