Oggi spesso si parla del fatto che diverse piattaforme on-line hanno a disposizione i dati di moltissimi utenti. In effetti, dei simili database potrebbero dare un potere immenso a chi li controlla. Un primo utilizzo sarebbe quello del capire cosa interessa e cosa no a un determinato soggetto, per fare pubblicità mirate o offrire un servizio personalizzato. Due casi esemplari sull’utilizzo dei dati degli utenti sono Google Adsense, per la pubblicità mirata, e Netflix, che mostra all’utente film e serie in linea con i suoi gusti, ovvero un servizio personalizzato. Tuttavia, le informazioni raccolte potrebbero essere usate anche per fini più loschi. Per esempio, i dati potrebbero essere venduti a dei servizi segreti, del proprio Paese o stranieri, o a delle organizzazioni criminali.
La raccolta dei dati di un numero immenso di persone in dei database sembrerebbe la base per l’inizio di un mondo distopico. Tuttavia, i legislatori dei vari Paesi hanno da tempo preso in considerazione il rischio. La legge europea, ad esempio, obbliga le piattaforme a dichiarare agli utenti tutti i modi in cui potranno essere utilizzati loro dati, nella “privacy policy”. Se un certo impiego delle informazioni sarebbe consentito dalla legge ma non è dichiarato all’utente allora esso non è da considerarsi lecito. Tuttavia, le società possono riuscire ad aggirare in parte il regolamento attraverso una “privacy policy” scritta in modo vago. L’unica soluzione per chi non vuole che si abusi dei suoi dati è leggere con attenzione il testo informativo sulla privacy prima di decidere se usufruire o meno del servizio.
Il caso Bandersnatch
“Black Mirror: Bandersnatch”, oltre a poter essere l’inizio di un nuovo modo di fare cinema streaming, potrebbe rappresentare anche un metodo innovativo per raccogliere dati molto precisi sugli utenti. Per un’azienda le informazioni raccolte hanno prima di tutto un valore economico, nel caso di un film interattivo come “Bandersnatch” è possibile raccogliere dati di valore più alto rispetto a quelli ottenuti dalla maggior parte, se non tutte, le altre piattaforme. Per Netflix inaugurare un filone di cinema interattivo potrebbe rappresentare un miniera d’oro.
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