Dopo la morte di Sergio Marchionne i vertici di FCA si riunirono per provvedere ad un repentino cambio di governance, cercando di mantenere una linea di continuità.
Il nuovo volto dell’azienda
La decisione del consiglio di amministrazione fu quella di porre al vertice di FCA, al posto di Marchionne, il manager che rilanciò il marchio JEEP, Mark Manley.
Manley, nato in Gran Bretagna, dopo aver conseguito un Bachelor of Science in Ingegneria ed un master in Business Administration, da settembre 2011 è membro del Group Executive Council (GEC). Il GEC riunisce tutti i vertici di FCA ed è responsabile della supervisione operativa del business. CEO e Direttore Operativo della regione NAFTA (l’area nordamericana), Manley ha un passato ricco di successi in JEEP, in cui ha rivestito ruoli chiave.
La fine di Sergio Marchionne
“Se vinci tutte le scommesse, significa che non hai fatto molte scommesse.”
Questa è una delle frasi celebri pronunciate dall’ex CEO di FCA Sergio Marchionne, il “manager con il pullover” scomparso il 25 luglio 2018. Tre lauree, in Filosofia, Economia e Giurisprudenza, un vasto background lavorativo, dalla contabilità, all’avvocatura sino alla gestione dei processi produttivi. Tutto questo ha fatto di Marchionne uno dei manager più illuminati della storia italiana.
L’improvvisa scomparsa
Era il 27 giugno 2018 quando Marchionne venne ricoverato a Zurigo, nella clinica Universitatsspita, per un intervento alla spalla destra. In seguito le condizioni si aggravarono. Dopo due improvvisi arresti cardiaci il manager fu trasferito in terapia intensiva. La situazione, però, divenne presto irrecuperabile.
Le novità in Ferrari
I cambiamenti di amministrazione sono stati necessari anche in casa Ferrari, dove Marchionne rivestiva il ruolo di amministratore delegato e di presidente. Queste due cariche sono state rispettivamente assegnate a Louis Carey Camilleri ed a John Elkann.
Camilleri è un uomo d’affari egiziano con origini maltesi, ha ricoperto la carica di presidente della Philip Morris fino al 2014. Dopo il college in Gran Bretagna ed una laurea in Economia e Gestione Aziendale a Losanna, il manager iniziò la sua carriera nella Morris nel 1978. Partendo dai gradini più bassi riuscì ad arrivare in poco tempo ad ottenere i ruoli più ambiti nella società. Nel ’95 assunse la carica di presidente ed amministratore di Kraft Foods, appartenente al gruppo Philip Morris.
I cambiamenti in Cnh
È una donna, Suzanne Heywood, il nuovo AD di Cnh dopo l’era Marchionne. Il nuovo manager può vantare una laurea in Scienze ad Oxford ed un dottorato a Cambridge. Dopo dieci anni in giro per il mondo ed una carriera come Senior Partner in McKinsey & Company, nel 2016 venne nominata Managing Director di EXOR. La manager è inoltre amministratore della rivista “The Economist” e componente del Comitato di Controllo, del Trust della Royal Academy of Arts e vicepresidente della Royal Opera House.
La “rabbia” di Romiti
In questo clima di cambiamenti si espresse con nota polemica Cesare Romiti, per 25 anni al fianco di Gianni Agnelli nel ruolo di AD e di responsabile del ramo automobilistico durante i “meravigliosi anni ‘80” del Lingotto. Romiti dichiarò la propria contrarietà e la profonda amarezza provata nel vedere l’assenza di una figura italiana tra le quattro nuove nomine.
Le dimissioni di Altavilla
Con la nomina di Manley, FCA ha risentito di un ulteriore scossone oltre a quello registrato in borsa dopo la scomparsa di Marchionne, ovvero le dimissioni di Alfredo Altavilla.
Altavilla, responsabile dell gruppo auto per l’Europa e, di fatto, il numero 2 dell’ex amministratore delegato, era considerato da tutti come successore naturale di Marchionne. Il suo ruolo all’interno di FCA è stato di grande rilevanza, confermata dalla sua partecipazione alla firma per l’acquisizione di Chrysler negli States. Soprannominato il “delfino” del manager col pullover, sarebbe dovuto essere protagonista di un passaggio di consegne soft nel 2019, anno di fine mandato del compianto CEO.
Altavilla, nato nel 1963 a Taranto , dal novembre 2012 fu chief operating officer per Europa, Medio oriente e Africa, rivestendo un ruolo strategico per la famiglia Agnelli, tanto da meritare l’appellativo di “ministro degli esteri” di FCA.
Il “nuovo” indirizzo strategico
La richiesta spietata e feroce del mercato mondiale mal si sposa con il tempo tecnico richiesto da un cambiamento così radicale. In generale gli analisti si aspettano una strategia in continuità con quella di Marchionne nell’ultimo periodo: produzione di sport utility vehicles, elettrici ed ibridi con l’obiettivo di raddoppiare l’utile operativo sino al 2022.
La prima grande sfida che dovrà affrontare “l’uomo di mercato” Manley è lo spin-off di Magneti Marelli, che verrà scorporata e quotata in Borsa. Il presidente John Elkann ha dichiarato che il nuovo CEO, con il suo management, lavorerà alla realizzazione del piano 2018-2022 ideato a Balocco il 1 giugno 2018.
Il primo test in Borsa del dopo Marchionne
Il primo test in Borsa non ha convinto gli analisti ed i mercati. La FCA di Manley ed Elkann, del dopo Marchionne, non è stata apprezzata, tanto che nei giorni successivi si sono registrati forti cali per i titoli Exor, Cnh ma soprattutto Ferrari e FCA.