Le misure applicate dalla banca centrale turca non hanno dato gli effetti sperati. Dal golpe fallito del 15 luglio, alla giornata dell’11 gennaio 2017, la lira turca ha avuto una significativa svalutazione. Solo nel corso dell’ultimo mese il valore della moneta è calato dell’8%. Verso la fine del 2016, la banca centrale di Ankara aveva rialzato i tassi d’interesse per provare a difendere il valore della valuta; mentre nella giornata di martedì 10 Gennaio la CBRT (Central Bank of Republic of Turkey) ha immesso 1,5 miliardi di dollari nel mercato nazionale, nel tentativo di contrastare la svalutazione. Per via del tasso di cambio sfavorevole, la manovra non è riuscita ad arrestare la discesa.
Erdogan sostiene che l’indebolimento della moneta turca sia conseguenza di attacchi speculativi provenienti dall’estero, tesi ad aumentare l’instabilità e la tensione nel paese. Il presidente turco, nel pomeriggio di sabato 14 gennaio, è tornato a chiedere ai suoi cittadini di cambiare eventuali riserve di euro o di dollari in lire turche, oppure di acquistare oro, in modo da sostenere la valuta nazionale. Insomma Ankara tenta di richiamare i valori nazionali sul piano economico. L’intervento della Banca Centrale Turca, per stabilizzare la moneta, è stato quello di concedere agli istituti bancari anatolici prestiti di liquidità con tassi di interesse che variano dall’ 8 al 10%. Il risultato, registrato nella serata tra venerdì 13 e sabato 14 gennaio, è stato quello di aver ottenuto un recupero del 3% sul listino delle valute. Nonostante ciò rimane l’incertezza di stampo politico-istituzionale.
Inoltre, gli economisti temono che l’instabilità politica e l’emergenza sicurezza ,che sta sconvolgendo il paese della Mezzaluna, aggraveranno ulteriormente la crisi economica. Punto centrale è l’iter legislativo per l’approvazione della riforma costituzionale che dovrebbe introdurre il sistema presidenziale.
L’economia turca dipende molto dagli investimenti stranieri. L’investimento, per sua natura, viene fatto immettendo sul mercato finanziario turco valuta estera, precisamente valute forti come il Dollaro e l’Euro. Uno dei fattori principali per investire in una nazione è valutarne la stabilità politico-istituzionale, che al giorno d’oggi non sembra essere il punto forte del paese della Mezzaluna. Attualmente la Turchia rimane in stato di emergenza ed Erdogan sta aspettando che il parlamento (Grande Assemblea Nazionale Turca) approvi la sua riforma di stampo presidenziale e, dopo l’iter parlamentare, farla approvare dal popolo attraverso un referendum che, salvo imprevisti, si dovrebbe tenere ad Aprile 2017.