Dall’insediamento di Trump nella Casa Bianca, una delle nuove personalità che sicuramente spicca di più tra le altre è Jared Kushner: 36 anni, imprenditore, sposato con Ivanka Trump e senior advisor del neo-Presidente statunitense. Queste peculiarità lo rendono una delle persone più potenti e influenti in assoluto in tutti gli Stati Uniti d’America. Kushner di primo impatto può sembrare diametralmente opposto al Tycoon: è un uomo elegante e discreto, poco amante dei riflettori e degli obiettivi fotografici, che col suo fare calmo e composto si è sempre distinto dallo “stile alla ribalta” che ha caratterizzato la campagna elettorale dello scorso anno. Egli, però, ha giocato un ruolo fondamentale in quest’ultima, garantendo la vittoria di Trump negli Stati chiave. Ripercorriamo innanzitutto le sue origini.
Le origini e l’impero immobiliare
Kushner nasce nel 1981 a Livingston, New Jersey. Le sue radici non sono totalmente a stelle e strisce: i suoi nonni, sopravvissuti ai rastrellamenti nazisti e all’Olocausto, poichè erano di religione Ebraica Ortodossa, nel 1949 si trasferiscono in America: qui il padre Charles fa fortuna, costruendo un impero nel campo immobiliare. Forbes stima che, insieme al fratello e i genitori, abbia una fortuna valutabile attorno ai 1,8 miliardi di dollari. Jared viene catapultato sin da giovane nel settore imprenditoriale: dopo aver studiato ad Harvard, a 24 anni deve farsi carico dell’azienda di famiglia (The Kushner Companies) poichè il padre, uno dei principali finanziatori del Partito Democratico, viene condannato a due anni di reclusione per evasione fiscale, donazioni illegali a campagne elettorali e ostruzione alla giustizia. All’età di 25 anni, Kushner jr. Acquista il New York Observer, un settimanale newyorkese in declino, e decide di incominciare a pubblicarlo in formato tabloid, incrementando notevolmente la sua attività e le sue pubblicazioni online, diventando nel 2011 una testata giornalistica affermata e “profittabile” (secondo quanto dichiarato dal New York Post). Kushner, nel corso degli anni in cui ricopre il ruolo di CEO dell’Observer, incomincia pian piano a circondarsi di personalità appartenenti al mondo Repubblicano: nel 2013, dopo un periodo travagliato, assume come direttore del giornale Ken Kurson, ex-consulente dei candidati Repubblicani del New Jersey ed ex-membro della campagna presidenziale di Rudy Giuliani del 2008, che ha ricoperto il ruolo di Sindaco di New York nel periodo dell’attentato terroristico alle Torri Gemelle, oltre a essere stato sostenitore della prim’ora di Trump e attualmente nominato consigliere non ufficiale sulla cybersicurezza. Nell’Ottobre 2009 sposa Ivanka Trump, figlia maggiore di Donald, fondendo due tra le più grandi fortune immobiliari degli States.
L’ascesa di Trump, il ruolo chiave di Kushner e il potere dei Social Media
Kushner, come citato in precedenza, ha giocato un ruolo chiave nell’ascesa di Trump: ha scritto i suoi discorsi, ha studiato strategie e organizzato risposte appropriate nei momenti difficili, usando anche il suo potere mediatico online per controbattere alle accuse che venivano lanciate a Donald, per esempio, quando fu accusato di antisemitismo, Kushner jr prese le sue difese con risvolti molto positivi. Il contributo più grande, ma passato quasi inosservato, è stata “un’operazione segreta di data mining” e “una startup sotto copertura in stile Silicon Valley” (così definita da Forbes) che ha garantito la vittoria di Donald negli Stati chiave: Kushner, grazie all’aiuto di alcuni conoscenti nel mondo dell’informatica, si è specializzato nel micro-targeting sui social network. Inizialmente ha cominciato con una serie di esperimenti, il cui traguardo era l’incremento dei profitti ricavati dall’attività di merchandising – in poco tempo si passò dagli 8000$/giorno a 80.000$/giorno – portando ad un aumento della visibilità del candidato Repubblicano, grazie alla pubblicità indiretta ricevuta da ogni maglietta o cappellino indossato. Successivamente ha spostato la sua attenzione su una serie di video-esperimenti a ridotto contenuto tecnologico (e quindi basso costo) dove Donald parlava guardando direttamente dentro l’obiettivo della videocamera. Il risultato? In poco tempo generarono collettivamente più di 74 milioni di visualizzazioni. Una volta rivelato il potenziale enorme dei social network, sfruttabile in campagna elettorale, Kushner, a capo di 100 persone, in poco tempo realizza un data hub in un edificio anonimo in Texas, con il duplice scopo di fare sia da contenitore comune di tutte le attività di donazione, sia da centro per la targettizzazione delle pubbilicità sui social media: vengono identificati e geolocalizzati 20 diversi tipi di elettori, ai quali vengono mandati ads customizzati. Vista l’importanza cruciale di questo data hub, in poco tempo diventa il principale centro strategico che realizza e mette a punto ogni decisione durante i mesi finali della campagna elettorale. Visto il traguardo raggiunto, ora risulta molto chiaro come mai sia stato nominato senior-advisor del Presidente, potendo contare sulla sua completa attenzione, fiducia e stima. Secondo alcune indiscrezioni all’interno della Casa Bianca, Kushner stesso “ha detto a diverse persone che tutte le cose riguardanti in pratica qualsiasi argomento passano prima attraverso di lui”, e come influenza risulta secondo solo a Steve Bannon, CEO della testata Breitbart, White House Chief Strategist e Senior Counselor to the President.
Un nuovo influente fronte mediatico?
Alla luce di ques’ultima impressionante affermazione, che può sollevare molti interrogativi, è bene analizzare il ruolo sinergico di Kushner, Bannon e Trump. Steve Bannon, come descritto in precedenza, ha avuto anch’esso ed ha tutt’ora un ruolo fondamentale nella 45° Presidenza, visto che siede direttamente alla destra del presidente. La sua testata, che lavora principalmente online e sui social media, è la portavoce di ogni azione e politica promossa da Trump, facendo da megafono alle sue dichiarazioni e da gogna ai suoi nemici. Breitbart, la casa giornalistica, negli ultimi anni è diventata un punto cardine nell’informazione, sia standard che alternativa, ricevendo grandi attenzioni dai cittadini americani stremati del politically correct – grazie anche al suo stile molto spinto e schietto. Recentemente, con pochissimo risalto dei media tradizionali, sono state gettate le basi per un nuovo nodo di potere cruciale direttamente all’interno della Casa Bianca, con grandissime capacità di influenza sia sul Consiglio per la Sicurezza Nazionale, sia su Trump stesso. Kushner e Bannon hanno fondato insieme un nuovo “think tank” interno alla White House, chiamato Strategic Initatives Group (SIG). Sono poche le notizie giunte fin ad ora ai giornalisti, solo qualche collaboratore anonimo si è fatto avanti a placare gli animi e gli interessi: “L’idea non è quella di creare politiche, ma di informare e aiutare un nuovo presidente poco familiare con i livelli di potere in Washington DC, andando anche a colmare il gap tra la Casa Bianca e il mondo dell’industria”. Viene riportato anche che 20 esperti di diversi settori faranno resoconto solamente al SIG, e che il 75-80% degli interessati in questo progetto si occuperanno strettamente di politiche interne, come infrastrutture, industria e cybertecnologie. Ovviamente non sono mancate critiche dall’opposizione. Inoltre è possibile anche pensare che in un futuro non troppo lontano, sempre Kushner e Bannon possano unire le forze tramite le loro testate giornalistiche, così da promuovere in modo perfettamente pianificato e organizzato ogni mossa del presidente, contrastando con più efficacia qualsiasi attacco subìto dai mainstream media allineati con l’opposizione, e – ipoteticamente parlando – spianando la strada per le elezioni del 2020.
Qui entrerebbe in gioco anche Fox News, canale da sempre Repubblicano e che, nonostante uno scetticismo iniziale, ultimamente appoggia sempre di più Trump. Da tale alleanza risulterebbe un nuovo fronte mediatico che coprirebbe perfettamente il settore cartaceo, televisivo ma soprattutto social-digitale, pilastro dell’informazione odierna.
Per ora non ci resta che aspettare e… rimanere connessi.