Il ballottaggio delle elezioni Francesi vedrà due avversari di orientamenti opposti. Da una parte l’ex leader del Front National (si è dimessa dalla Presidenza del partito dopo aver passato il primo turno), dall’altra il leader del movimento En Marche, nato ad aprile 2016, Emmanuel Macron, ex ministro dell’economia francese durante gli ultimi due anni della presidenza Hollande. Domenica Prossima si sfideranno per conquistare l’Eliseo.
L’anti-establishment Marine Le Pen
Figlia del fondatore del Partito Front National, Jean-Marie Le Pen, prima di avviare la sua carriera politica ha esercitato la professione di avvocato, tra il 1992 e il 1998. Nel 2011 è diventata presidente del Front National, attuando una totale riorganizzazione. Nonostante abbia mantenuto nelle linee di partito i tradizionali cavalli di battaglia della lotta all’immigrazione clandestina e dell’aumento della sicurezza, ha incrementato le attenzioni del partito su questioni sociali.
Dopo essere arrivata terza, con un 18 %, alle presidenziali del 2012 ha guidato il FN a diversi successi elettorali. Il partito è entrato in Parlamento con due deputati ed è diventato, con il 25%, il primo partito francese alle elezioni europee.
Nel suo programma elettorale ci sono alcuni punti principali che delineano la sua linea politica, radicalmente anti-Europa.
-Rinegoziare i trattati europei sulla sovranità monetaria ed ottenere la sospensione del trattato di Schengen con il ripristino dei controlli alle frontiere.
-Indire un referendum entro sei mesi, nel caso le trattative falliscano, per l’uscita dall’Unione Europea
-Aumentare il Budget della Difesa dall’attuale 1,7% al 3% del PIL
-Abolizione delle Regioni
-Assunzione di circa 15 mila nuovi poliziotti
-Abolizione dello Ius Soli
-Tassa del 3% su ogni prodotto importato
-Uscita della Francia dalla NATO
-Servizio militare obbligatorio per tre mesi
-Abrogazione della riforma del lavoro
-Divisa scolastica obbligatoria nelle scuole pubbliche
-Applicazione di una nuova tassa per chi assume lavoratori stranieri
-Cinquantamila militari in più nelle forze armate francesi
L’Outsider Emmanuel Macron
Trentanove anni ed ex banchiere presso una filiale francese della Rothschild, Macron si è laureato all’ENA, Prestigiosa università pubblica francese. Il candidato ha lavorato fino al 2016 nel mondo della finanza. Dal 2014 al 2016, dopo essere stato consigliere economico di Hollande, ha svolto le funzioni di ministro dell’Economia nel Governo Valls. Nell’aprile del 2016 ha fondato il movimento En Marche e, dopo essersi dimesso nell’agosto del 2016 dal dicastero dell’economia, ha deciso di correre come indipendente vincendo il primo turno. Si definisce europeista convinto, riformista e non considerabile né di destra né di sinistra.
Il suo programma punta su una maggiore collaborazione con i paesi dell’Unione Europea ed una serie di riforme sistemiche.
-Piano d’investimenti da 50 miliardi di euro per la modernizzazione delle strutture pubbliche
-Diminuzione della pressione fiscale dal 33,3% al 25%
-Creazione di un fondo da 10 miliardi per modernizzare l’apparato industriale
-Diminuzione della spesa pubblica dall’attuale 57% al 52% del PIL
-Servizio militare universale obbligatorio per un mese
-Aumento del Budget della difesa dall’1,7% al 2%
-Applicazione di una Buy European Act, per riservare le commesse pubbliche alle imprese che hanno in Europa metà della loro attività
– Spingere per la creazione di un mercato europeo per l’energia e l’economia digitale.
Una Francia che cresce con enormi “difetti”
Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, la crescita economica francese sarà molto forte. Nonostante tutto, Parigi non si può definire totalmente fuori dalla crisi.
Su Parigi è in vigore, dal 2009, una procedura d’infrazione per deficit eccessivo. La Commissione europea ha concordato che la Francia deve far rientrare il suo deficit pubblico entro la soglia comunitaria del 3% del rapporto Deficit/PIL entro il 2017. Tuttavia, visto lo svolgimento del ballottaggio, si è deciso di prolungare il termine per il 2018. Anche se il debito pubblico si attesta al 97% del PIL, il 30% in più rispetto al 2006 quando era al 64%, ci sono forti segni di ripresa. Nonostante tutto, le condizioni economiche dei cittadini francesi non sono migliorate. La disoccupazione rimane alta con un tasso del 9,6%. Le disuguaglianze socio-economiche si sono accentuate molto nel corso degli ultimi decenni.