Ogni analista, trader o investitore -in generale chiunque si interessi al mondo economico finanziario- dovrebbe aver presente l’andamento delle variabili macroeconomiche poste alla base dell’economia reale e dei mercati finanziari. Sono molti i dati che possono essere analizzati per fare analisi predittive o per comprendere ciò che è successo in passato ma, di questi, sono pochi quelli che risultano davvero utili. Un indicatore economico non è altro che una statistica derivante dall’elaborazione di dati. La classificazione degli indicatori macroeconomici può essere fatta in base a vari criteri: l’area geografica di riferimento, i soggetti interessati (consumatori o imprese), la periodicità o il peso che hanno sui mercati. Di seguito si darà una classificazione basata sulle tempistiche con le quali gli indicatori annunciano i dati rispetto alle variazioni del mercato. In base a tale parametro, si possono classificare gli indicatori macroeconomici in Leading Indicators, indicatori che per loro natura anticipano le fluttuazioni del mercato, e Lagging Indicators, i quali si muovono in ritardo rispetto alle variazioni del mercato.
I Leading Indicators
PMI Manifatturiero – USA
Il PMI (Purchasing Manager Index) è uno dei più importanti indicatori macroeconomici e misura la fiducia delle imprese in un determinato Paese. In questo caso il PMI è riferito alle imprese manifatturiere degli Stati Uniti, ha cadenza mensile ed è calcolato dall’ISM (Institute for Supply Management). L’indice è formato tramite delle interviste effettuate ai direttori degli acquisti di 300 aziende manifatturiere operanti in 20 differenti comparti. Ogni domanda ha un differente peso: nuovi ordini 30%, produzione 25%, occupazione 20%, vendite 15%, scorte 10%. L’indicatore si manifesta tramite un cifra, il livello da considerare neutrale è 50. Se il PMI è maggiore di 50 nell’immediato futuro ci si potrebbe trovare in una condizione di espansione, in caso contrario si prospetta una recessione del ciclo economico. All’indice appena spiegato si contrappone il PMI, non manifatturiero, il quale ha le stesse caratteristiche ma prende in esame aziende non operanti nel settore manifatturiero. In generale, l’interpretazione del PMI può essere utile anche per analizzare l’andamento del prezzo delle commodities.
Philadelphia Fed Survey – USA
Questo indicatore misura la fiducia delle imprese manifatturiere nel distretto di Philadelphia, sempre attraverso interviste, ha cadenza mensile e viene pubblicato dalla Philadelphia Reserve Bank. Il valore neutrale, in questo caso, è zero. Un valore superiore è un segnale di forza, un valore minore di zero indica invece debolezza. Pur essendo riferito ad un’area circoscritta, il Philadelphia Fed Survey fornisce un’importante indicazione per tutto il settore manifatturiero USA, poiché è il primo dato manifatturiero ad uscire ogni mese (il terzo giovedì di ogni mese).
Consumer Sentiment Index – USA
Elaborato dall’Università del Michigan, il Consumer Sentiment Index (CSI) rappresenta la fiducia delle famiglie del Michigan nelle imprese, insieme al Consumer Confidence Index (elaborato dal Conference Board) è il principale indicatore della fiducia dei consumatori negli Stati Uniti. Il calcolo si basa su un minimo di 500 interviste fatte in tutto il Paese (Hawaii ed Alaska escluse) con 50 domande ciascuna. La pubblicazione del risultato avviene a metà mese, in versione parziale, ed a fine mese come dato definitivo. Le domande che vengono poste agli intervistati riguardano le aspettative sulla sfera economica personale e nazionale.
Consumer Confidence Index – USA
Il Consumer Confidence Index (CCI) è un indicatore elaborato dal Conference Board e rappresenta la fiducia dei consumatori a livello nazionale negli USA. La rilevazione è effettuata da TNS, una delle società di ricerca più grandi al mondo, su 5000 individui. L’indicatore è formato da due sotto indici: situazione spesa corrente (con un peso del 40%) e previsioni spesa futura (peso 60%). Nonostante si tratti di un dato nazionale, il CCI non viene preso troppo in considerazione dagli operatori in quanto considerano più utile e anticipatorio l’indice di fiducia delle famiglie del Michigan (CSI).
IFO Business Climate Index – Germania
Il Business Climate Index è il principale indicatore sulla fiducia nelle imprese tedesche. È elaborato dall’Institut fuer Wirtschaftsforschung ed ha periodicità mensile. Viene realizzato tramite 7000 interviste ad imprenditori e dirigenti di vari comparti manifatturieri. Il livello neutrale dell’indicatore è 100, di conseguenza un risultato più basso è sinonimo di pessimismo, un risultato maggiore di 100 segna invece un clima di ottimismo tra le imprese tedesche.
Economic Sentiment Indicator (Indice ZEW) – Germania
L’indice ZEW è il più importante indicatore di sentiment dell’economia tedesca. Con cadenza mensile vengono pubblicati i risultati di un sondaggio effettuato tra gli investitori istituzionali e gli analisti riguardo le condizioni e le prospettive dell’economia tedesca. Essendo gli intervistati esperti in campo economico e finanziario, l’indice ZEW assume grande rilevanza sia per la Germania che per l’intera economia europea. Un valore dello ZEW maggiore di zero, che rappresenta il neutro, indica una situazione positiva e viceversa.