Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) il 91% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico, ovvero è esposto a frane e inondazioni in caso di alluvioni, ed il 16,6% del territorio nazionale è classificato nella categoria di rischio massimo. La situazione sta peggiorando a causa dei cambiamenti climatici. Violenti fenomeni atmosferici, tipici di ambienti tropicali, stanno diventando sempre più frequenti in Italia e, inoltre, la situazione è anche aggravata dai tanti abusi edilizi e dall’eccessivo disboscamento di alcune aree.
L’allarme di Coldiretti
Coldiretti segnala che in Italia eventi atmosferici prima eccezionali, di solito tipici di ambienti tropicali, stanno diventando sempre più comuni. Le alluvioni stanno diventando sempre più violente, con a volte perfino la formazione di veri e propri uragani, come nel caso del ciclone Apollo in Sicilia a ottobre 2021. La formazione di cicloni, in realtà, è un fenomeno normale nel mar Mediterraneo, se ne formano in media 1,5 l’anno ma sono fenomeni molto più lievi di quelli tropicali. Sempre più spesso, tuttavia, si verifica la formazione di cicloni con caratteristiche tropicali, detti medicane, fenomeno che secondo i meteorologi rischia di aumentare molto di intensità con i cambiamenti climatici.
Gli investimenti contro il rischio idrogeologico
Il territorio italiano è quello in Europa più esposto al rischio idrogeologico e, quindi, subirebbe più danni da un massiccio aumento, di numero e intensità, dei cicloni mediterranei. Il governo italiano ha preso atto della gravità del problema istituendo, a febbraio 2019, il Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico con un budget di 6,6 miliardi di euro da spendere fra 2019 e 2021. A questi fondi, da usare per mettere in sicurezza il terreno ed i flussi d’acqua, si sono aggiunti altri 2,5 miliardi di euro dal Next Generation EU. Le due cifre, sommate, superano tutti gli investimenti in contrasto al rischio idrogeologico stanziati dall’Italia nei vent’anni precedenti, dal 1999 al 2019, pari a circa 7 miliardi di euro.
Quanto servirebbe
Secondo il primo rapporto ReNDis, pubblicato nel 2020 dall’ISPRA, per mettere in sicurezza tutto il territorio nazionale a rischio servirebbero circa 26 miliardi di euro.