Il terrorismo consiste nell’
<<uso di violenza illegittima (illegale) finalizzata a incutere terrore nei membri di una comunità e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine mediante azioni quali attentati, dirottamenti, rapimenti e simili >> (Fonte: treccani.it).
Come ogni forma di criminalità il terrorismo necessita di risorse: armi, documenti, agganci politici e soprattutto, necessario a tutto il resto, il denaro. A differenza di altre associazioni a delinquere, l’attività terroristica di per sé non genera profitti, quindi le organizzazioni di questo tipo devono di solito portare avanti altre attività parallele per potersi finanziare. In alternativa, un gruppo terroristico può ricevere fondi da donatori simpatizzanti o affiliati alla loro causa.
Le modalità con cui le organizzazioni terroristiche si finanziano sono:
- attività illegali quali il traffico di droga, armi, la prostituzione, il traffico di esseri umani;
- il contributo dei singoli terroristi, come una sorta di tassa d’iscrizione;
- l’utilizzo di società di comodo;
- il contributo di ONG ed associazioni benefiche, in maniera spesso inconsapevole;
- la riscossione di tributi dalla popolazione;
- il finanziamento diretto da parte di Stati o apparati governativi, ricordando però che la definizione di terrorismo in questi casi è sensibile a ragionamenti di natura politica, ad esempio Hezbollah per gli USA è un’organizzazione terroristica mentre per l’Iran è una proiezione della propria forza militare in Libano. Addirittura il Governo UK ha inserito l’intelligence di Stato iraniana nella lista delle organizzazioni terroristiche.
Il ruolo delle associazioni benefiche
Le associazioni benefiche godono di alcuni privilegi di natura fiscale, contabile e politica. Ciò le rende in potenza ideali come copertura per scopi illeciti, che vanno dalla semplice elusione fiscale al finanziamento del terrorismo. Tuttavia, spesso, il supporto ai gruppi violenti è involontario. Infatti, molte organizzazioni terroristiche sono vicine a figure di potere nel paese in cui operano. Per questa ragione, possono riuscire a dirottare gli aiuti delle associazioni benefiche nelle loro casse. Inoltre, in casi estremi, accade anche che dei terroristi fondino finte organizzazioni di beneficienza per ottenere denaro.
Il traffico di droga e di armi
Un altro metodo utilizzato dai terroristi per finanziarsi è il traffico di droga, particolarmente redditizio e facile da avviare in alcuni paesi. Hezbollah nel 2002 è stata scoperta ad utilizzare i proventi della metanfetamina per finanziarsi, le FARC per anni hanno utilizzato i proventi della cocaina ed Al Qaeda quelli dell’oppio afgano. Anche il traffico illegale di armi ricopre spesso un ruolo importante.
Commercio, contraffazione e società di comodo
Alcune organizzazioni terroristiche usano società di comodo per generare profitti e/o riciclare denaro. Esse possono essere proprio società fasulle o vere aziende alle quali il gruppo ha libero accesso, grazie a contatti interni, ricatti o corruzione. In particolare i settori più interessati sono quelli dell’agricoltura e delle costruzioni. A questo proposito, un’indagine non conclusa legava Osama Bin Laden al commercio di miele in Medio Oriente e Pakistan, i cui ricavi si pensa finanziassero Al Qaeda e la cui logistica copriva il trasferimento di armi e denaro.
Un altro metodo utilizzato per generare liquidità è il commercio di articoli contraffatti. L’attentato del World Trade Center del 1993 è stato finanziato con la vendita di magliette contraffate a Broadway e l’attentato di Madrid del 2004 è stato finanziato con CD masterizzati pirata. Fra le principali organizzazioni che hanno usato la contraffazione per finanziarsi ci sono Hezbollah, l’IRA e l’ETA.
Quanto costa fare un attentato
La stima dei costi per mettere in atto un attentato terroristico varia molto in base ai casi. Per quelli di Londra nel 2005 si stima siano stati spesi 2.000 dollari, per Madrid, nel 2004, 15.000, per arrivare fino a quasi mezzo milione di dollari negli attentati a New York del 11 settembre 2001. Questi costi sono stati stimati da Loretta Napoleni, economista esperta di terrorismo.