I Certificati sono strumenti finanziari quotati in Borsa.
Solitamente i Certificati replicano l’andamento di un “sottostante”. Questo può essere singolo, oppure rappresentato da un pacchetto di azioni, indici, valute, materie prime o tassi d’interesse.
Quindi, i Certificati offrono una valida alternativa all’investimento diretto nei sottostanti.
L’investitore può infatti investire un capitale ridotto e beneficiare allo stesso tempo di ritorni interessanti. Se ad esempio comprasse un Certificato sul settore bancario italiano, è come se fosse esposto ad un certo numero di azioni del settore, ma senza doverle comprare una ad una (risparmiando non poco in termini di costi).
Inoltre, in alcuni casi, i Certificati garantiscono la protezione parziale o totale del capitale investito al ricorrere di determinate condizioni specificate nel contratto.
I Certificati hanno l’obiettivo di diversificare il portafoglio dell’investitore e di controllare il rischio impiegando capitali contenuti, ma non solo. Possono infatti anche essere utilizzati per attuare strategie di trading per il breve periodo in modo da sfruttare gli attuali movimenti di mercato.
Alcune tipologie di Certificati consentono di sfruttare la leva finanziaria e “potenziare” i propri rendimenti. I cosiddetti Certificati “a leva” moltiplicano la performance del sottostante per un numero di volte pari alla leva scelta (per i dettagli del loro funzionamento di rimanda alla lezione 3).
Le caratteristiche principali dei Certificati possono quindi essere riassunte tra le seguenti:
- Hanno una gestione passiva. Seguono l’andamento degli strumenti finanziari presi a riferimento (indici, azioni, materie prime o valute). Come gli ETF mirano quindi a replicare “un’attività sottostante”. Si evidenzia che nei casi dei Certificati “a leva”, la performance del sottostante viene “amplificata” (sia al ribasso che al rialzo).
È importante monitorarne con attenzione l’andamento. I Certificati a leva prevedono infatti un determinato livello di prezzo (barriera knock-out) che se toccato determina la perdita del capitale investito.
- I Certificati con capitale condizionatamente protetto permettono di migliorare il rapporto rischio/rendimento”. La protezione del capitale è data dalla presenza di una “Barriera”, ovvero una soglia di sicurezza predeterminata, calcolata in percentuale rispetto al valore iniziale del sottostante. Se il prezzo del Certificato tocca la barriera a scadenza o nel continuo, si attiva un evento previsto dal regolamento del contratto, come la perdita di una parte di capitale (o tutto nel caso dei Certificati a leva).
- Possono essere scambiati liberamente come un comune titolo azionario.Tramite il proprio broker di riferimento, è possibile comprare e rivendere il Certificato in ogni momento fino alla scadenza. I Certificati vengono negoziati sui principali mercati quali il SeDeX o il Cert – X, entrambi gestiti da Borsa Italiana.
- Hanno una data di scadenza (la maggior parte). I Certificati vengono sottoscritti per un certo periodo temporale, solitamente dai 12 ai 24 mesi, ma è possibile comunque comprare o vendere il certificato anche prima della scadenza. Alcuni Certificati possono invece essere detenuti potenzialmente per molti anni.
- È possibile ottenere un’esposizione ad un mercato con capitali ridotti. Un’azione Amazon dal costo di diverse migliaia di dollari potrebbe essere inclusa in un Certificato la cui quota potrebbe costare solamente qualche euro. Ciò renderebbe l’investimento più accessibile a chiunque.
La Barriera
La Barriera viene identificata come il livello di sottostante che se toccato determina la variazione di alcune delle principali caratteristiche del certificato. Tra queste: la protezione del capitale e/o la partecipazione al ribasso o al rialzo del sottostante, e/o la possibilità di conseguire dei bonus.
Se la Barriera non viene raggiunta, l’investitore (a seconda della tipologia di Certificati) non solo recupera il capitale investito, ma può addirittura ottenere un rendimento positivo, dato dall’andamento del sottostante o dall’aggiunta di un flusso cedolare.
Ma se durante la vita dello strumento il sottostante raggiunge la Barriera (ad esempio con un forte ribasso dei prezzi, se il Certificato punta al rialzo del sottostante), si verificano gli scenari negativi: perdita di cedole, perdita della protezione del capitale.
Nei Certificati a leva esiste invece una diversa tipologia di barriera: la Barriera Disattivante (o Knock-Out).
Qualora raggiunta dal prezzo del sottostante, il prodotto scade e il suo valore si azzera.
Grazie alla presenza della barriera, la perdita massima dell’investimento è pari al capitale investito, anche nel caso di movimenti estremi del sottostante.