A inizio aprile 2021 il colosso cinese dell’e-commerce, Alibaba, ha subito una multa da 2,8 miliardi di dollari per aver violato le leggi sulla concorrenza del Paese asiatico. L’azienda, secondo le fonti legate al governo, avrebbe spinto i venditori che operano sulla sua piattaforma a firmare contratti di esclusiva, per bloccare lo sviluppo di realtà concorrenti. La vicenda, però, è controversa. Infatti, Pechino ha iniziato le azioni contro Alibaba e le altre imprese legate al suo fondatore, Jack Ma, da ottobre 2020, quando quest’ultimo aveva criticato le leggi cinesi in ambito bancario e finanziario. Da allora Ma è quasi scomparso dalla scena pubblica, ad eccezione di qualche sporadica apparizione. A novembre la quotazione in Borsa (IPO) della sua azienda per i pagamenti digitali è stata bloccata dal governo e, a dicembre, ai media del Paese è stato vietato di parlare del miliardario o delle aziende legate a lui, se non riportando i comunicati ufficiali di Pechino.
La multa ad Alibaba
Alibaba deve pagare una multa da 2,8 miliardi, la più alta mai applicata in Cina. Questa equivale, come previsto dalla legge del Paese, al 4% del fatturato registrato dall’azienda di Jack Ma nel 2019, anno al quale risalirebbero le azioni illecite prese in esame dagli inquirenti. L’indagine è durata circa 4 mesi, da dicembre 2020, ed è con il suo inizio che Pechino ha vietato ai media cinesi di parlare del miliardario. Il motivo della censura, secondo quanto dichiarato dalle autorità del Paese, è di evitare che i media vengano usati per manipolare l’opinione pubblica riguardo alla vicenda ed alle operazioni in corso. In effetti, le aziende di Jack Ma hanno importanti quote nelle maggiori realtà mediatiche del Paese. Non a caso Pechino, a marzo 2021, ha chiesto di cederle, tutte o buona parte di esse, nel minor tempo possibile.
Il divieto ai media cinesi di pubblicare articoli o contenuti legati a Jack Ma potrebbe finire, vista la conclusione dell’indagine che ne aveva motivato l’inizio. Tuttavia, sembra più probabile che Pechino aspetterà che il miliardario e le sue società cedano le partecipazioni mediatiche.
La Hupan University
Quasi in contemporanea alla multa dell’antitrust ad Alibaba, il governo cinese ha bloccato le iscrizioni alla Hupan University, istituto fondato nel 2015 da Jack Ma. Il progetto per creare il nuovo ateneo è costato circa 85 milioni di dollari, raccolti tramite donazioni dalle maggiori aziende tecnologiche che operano nel Paese. Si tratta di un’università giovane ma già prestigiosa, che offre una formazione di livello molto alto ed opera una selezione durissima sugli studenti da ammettere. Il motivo del divieto di iscriversi, probabilmente temporaneo, è che, per Pechino, si deve evitare che dei privati abbiano troppa influenza sulla formazione delle eccellenze cinesi.