A mezzanotte, ora italiana, il Regno Unito sarà ufficialmente fuori dall’Unione Europea, a 1317 giorni di distanza dal referendum del 23 giugno 2016. Vediamo quindi quali sono i cambiamenti che avverranno a partire da domani e cosa invece rimarrà invariato.
Innanzitutto bisogna specificare che quello che inizia oggi è ancora un periodo di transizione, che durerà almeno 11 mesi, cioè fino a dicembre di quest’anno. La separazione quindi ancora non è completa, ma dovrà essere discussa e negoziata a lungo.
Da mezzanotte però ci saranno comunque dei cambiamenti. Partiamo da alcune formalità: la popolazione dell’Unione Europea verrà ridotta di 66 milioni di abitanti, cioè quelli del Regno Unito, perdendo inoltre il 5.5% del proprio territorio. Le due parti rimuoveranno da domani le rispettive bandiere: l’Union Jack non sventolerà più davanti ai palazzi delle istituzioni europee, e lo stesso destino spetta al simbolo dell’Unione in Gran Bretagna.
Passando a tematiche più importanti, i festeggiamenti dei sostenitori della Brexit saranno almeno per un anno paradossali, dato che in sintesi il loro Paese continuerà ad avere praticamente gli stessi diritti e sopratutto gli stessi doveri di ogni membro dell’Ue, senza però avere la possibilità di votare durante le consultazioni dell’Unione.
Questo significa per esempio che il Regno Unito dovrà continuare a pagare i propri contributi a Bruxelles, ma che allo stesso tempo non ci sarà nessun deputato inglese a sedere nell’europarlamento, che li ha salutati dopo il voto sul withdrawal agreement con abbracci, lacrime e canti ma anche sventolamenti di bandiere. Dei 73 posti rimasti scoperti, 3 andranno all’Italia.
Oltre ai deputati, gli inglesi perdono anche il loro commissario europeo, oltre al diritto per il loro governo e i loro diplomatici di partecipare a consigli e riunione dell’Unione. Inoltre, i cittadini non potranno più partecipare ai concorsi per diventare funzionari dell’Ue.
Per i lavoratori, sia in Europa che nel Regno Unito, le cose rimarranno uguali fino all’anno prossimo, ma finito il periodo di transizione sarà necessario chiedere un visto, così come funziona negli Stati Uniti, per soggiornare per un periodo più lungo di 3 mesi. L’anno prossimo i confini diventeranno più stringenti anche per i turisti, che avranno bisogno del passaporto e di un visto turistico.
Ma forse il più grande problema che dovranno risolvere gli inglesi durante il 2020 sarà preparare nuovi accordi commerciali con ogni singolo Paese del mondo, con cui il Regno Unito dovrà negoziare come singola Nazione e non come membro dell’Unione. Un problema che è invece immediato è quello delle merci: il Paese importa tantissimi prodotti di ogni genere, i quali dovranno ora passare per una dogana e su cui potrebbero presto gravare dazi aggiuntivi.
Per quanto riguarda i pagamenti, già da domani l’unica moneta accettata nel territorio britannico sarà la sterlina (ad oggi in alcuni luoghi era possibile pagare anche in euro). Per commemorare questa giornata simbolica, il Regno Unito ha deciso di emettere (non senza polemiche) delle monete da 50p speciali: