I Coronabond sono degli ipotetici titoli obbligazionari che gli Stati europei potrebbero utilzzare per finanziarsi, nel periodo dell’emergenza coronavirus, condividendo però il debito che deriverebbe da essi. Una sorta di titoli di Stato dell’Unione Europea finalizzati a fronteggiare l’epidemia ed i suoi effetti economici. La proposta fu lanciata il 17 marzo 2020 dal presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, che parlò invece di Eurobond. L’idea piace a buona parte degli Stati europei, con 8 capi di governo che hanno firmato l’appello di Conte inviato al presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. A sostegno della proposta italiana si sono schierati Francia, Spagna, Slovenia, Portogallo, Lussemburgo, Irlanda, Grecia e Belgio. Essa, tuttavia, ha trovato la forte opposizione di Austria e, soprattutto, Germania e Olanda.
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L’opposizione di Olanda e Germania
Nel corso della riunione dell’Eurogruppo, tenutasi in video-conferenza il 24 marzo, è emerso subito con chiarezza che Germania e Olanda non avrebbero mai accettato la propsta degli Eurobond. Per una misura del genere i due paesi hanno potere di veto, in quanto essa può essere approvata solo con voto unanime. Secondo i portavoce dei due Stati sarà sufficiente un ricorso agli strumenti previsti dal Mes. Questo però, soprattutto per i paesi già molto indebitati come l’Italia, significherebbe l’inizio di un nuovo lungo periodo di austerità economica.
Il sostegno di Christine Lagarde
La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, si schiera a favore della proposta italiana. Per l’ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale è di fondamentale importanza, con l’emergenza coronavirus, mettere in campo uno strumento come gli Eurobond. Infatti, solo così sarebbe possibile evitare un eccessivo squilibrio nei contraccolpi che riceveranno le economie del Vecchio Continente, causando uno shock asimmetrico. Per evitare ciò, secondo i portavoce di Lagarde, la presidente della BCE reputa non sufficienti, sebbene utili, gli strumenti del Mes. Ad essi sarebbe necessario affiancare un ulteriore elemento di collaborazione economica all’interno dell’UnioneEuropea.
Da Eurobond a Coronabond
Il timore di Germania e Olanda è, probabilmente, che degli Eurobond creati per la situazione d’emergenza diano il via ad un loro impiego permanente all’interno dell’UE. Così, per smorzare le preoccupazioni dei due Stati, Lagarde ha deciso di ribattezzare gli Eurobond come Coronabond, sottolineando come essi siano legati all’emergenza coronavirus e saranno emessi solo in questa occasione. La mossa della Lagarde, tuttavia, non è bastata a convincere tedeschi ed olandesi, i cui rappresentanti continuano ad essere scettici. I titoli obbligazionari europei, se dovessero essere approvati, sarebbero emessi dall’organizzazione del Mes. Il primo voto per i Coronabond è previsto il 27 marzo.
Il commento di Mario Monti
Mentre il ministro dell’Economia italiano, Roberto Gualtieri, rende noto che l’Italia dovrà chiedere di alzare ancora il rapporto deficit\PIL per finanziare le misure per fronteggiare l’emergenza sanitaria, arriva un commento di fuoco dall’ex presidente del Consiglio italiano Mario Monti. L’economista, con il titolo di senatore a vita, ha dichiarato che se una proposta ragionevole e moderata come i Coronabond dovesse essere bloccata da Germania e Olanda sarebbe l’inizio della fine per la BCE e gli enti ad essa legati, come anche il Mes. Infatti, uno sviluppo del genere mostrerebbe una totale incapacità da parte dell’UE di gestire la Banca Centrale Europea come un’istituzione imparziale. Il rifiuto della misura proposta da Conte e rilanciata da Lagarde, secondo Monti, segnerebbe un’irreparabile perdita di credibilità da parte della BCE.