Il 2 marzo 2020 i danni economici del coronavirus in Italia si aggravano sempre di più. Il FTSE mib è in forte perdita, sono stati cancellati tutti i risultati positivi da inizio 2020, con il principale indice azionario italiano che è tornato ai livelli di ottobre 2019 e lo spread risalito sopra i 180 punti. Le misure sanitarie destinate a contenere la diffusone del virus, sommate al panico collettivo, stanno devastando l’economia della Penisola. Il livello di crescita stimato per il Paese nel 2020, già ad appena 0,2%, è stato tagliato a 0,0%. Quindi, l’Italia nel 2020 per colpa del coronavirus rischia la recessione economica. I settori più colpiti, nell’immediato, sono quelli di trasporti e turismo. Seguono le aziende che si occupano di automobili ed in generale il mercato del Made in Italy.
A livello globale, secondo l’OCSE, il coronavirus rappresenta un pericolo per l’economia paragonabile alla crisi dei mutui subprime del 2008.
Il settore dei trasporti e del turismo
L’Italia è il terzo Paese per contagiati da coronavirus, per questo alcuni Stati, come Israele, hanno vietato i voli da e per la Penisola. Oltre a questo, sempre più persone hanno paura di visitare lo Stivale. Si sta verificando in tutto il mondo un picco di annullamenti per i voli verso l’Italia, con diverse compagnie aeree costrette ad eliminare dei collegamenti a causa della difficoltà a vendere posti. Anche da parte degli italiani stessi si sta verificando un fenomeno simile per quanto riguarda i voli all’estero, infatti questi hanno paura di essere messi in quarantena dopo l’arrivo. Il crollo, poi, riguarda anche le tratte aeree nazionali.
Veneto e Lombardia
In Lombardia i passeggeri nei diversi scali aereoportuali a fine febbraio 2020 sono diminuiti del 32,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, con un picco del 41,5% mercoledì 26. In Veneto, invece, nonostante la regione sia meno colpita, i risultati non sono da meno. Negli aereoporti veneti, rispetto a fine febbraio 2019, i viaggiatori sono diminuiti del 30%. Anche i trasporti via terra sono in sofferenza, con Trenord che ha registrato il 60% dei passeggeri in meno dallo stesso periodo del 2019. Si tratta di circa 470 mila clienti in meno. ATM, invece, il trasporto pubblico milanese, ha visto i suoi utenti ridursi del 40%, circa 800 mila unità sotto rispetto all’anno precedente.
Sardegna
In Sardegna i settori di trasporti e turismo sono stati colpiti dal panico da coronavirus sommato alla liquidazione di Air Italy. La compagnia aerea di Oblia, infatti, era il principale operatore per i trasporti aerei nella regione. Questi due eventi, secondo Confindustria Sardegna, potrebbero causare danni irreparabili al settore turistico dell’isola. Gli hotel sardi hanno visto annullate circa il 50% delle prenotazioni.
Puglia
Soffre anche il settore dei trasporti aerei pugliesi, con un picco di prenotazioni annullate e perfino passeggeri che, senza aver ottenuto il rimborso del biglietto, comunque non si presentano. Secondo l’associazione Aereoporti di Puglia ogni giorno circa mille persone, il 30% del totale, decide di non partire, annullando il biglietto o non andando in aereoporto. Ryanair, per fronteggiare la bassissima domanda per i voli da e per gli aereoporti di Brindisi e Bari ha messo in vendita alcuni posti a 4,99 euro. I negozi all’interno dell’Aereoporto di Bari denunciano mancati ricavi di oltre 5 mila euro al giorno rispetto ai soliti.
Il trasporto merci
Le misure di contenimento contro il coronavirus cinese stannno rallentando anche il trasporto delle merci. L’associazione che racchiude le aziende del settore, FerCargo, chiede che le limitazioni siano rimosse per i treni che trasportano beni. Secondo l’associazione il pericolo di contagio, nel loro lavoro, non esiste in quanto gli operatori possono restare isolati all’interno della cabina di guida.
Il comparto automobilistico
Il settore automobilistico sta soffrendo in tutto il mondo. Infatti, la Cina è il primo mercato per i componenti necessari all’assemblaggio delle macchine. Con l’attività manufatturiera cinese scesa al livello più basso mai registrato, i pezzi per le auto iniziano a scarseggiare in tutto il mondo. FCA ha vissuto un pesante crollo del suo valore azionario. Alla mancanza di componenti si somma il timore di un significativo calo delle vendite di automobili nel mondo a causa del coronavirus.
L’industria
Secondo Confindustria Lombardia le misure approvate dal governo per salvaguardare le aziende delle regione sono insufficienti. I fondi destinati alle imprese nella zona rossa per pagare i dipendenti, secondo gli industriali lombardi, basteranno solo per 45 giorni, di sicuro meno di quanto durerà l’emergenza sanitaria. Inoltre, è stato criticato il fatto che il supporto del governo abbia interessato solo la “zona rossa”, che racchiude solo 10 piccoli comuni lombardi ed 1 veneto. Confindustria sottolinea come i danni economici potrebbero essere davvero molto gravi anche nel lungo periodo. Infatti, i clienti delle aziende lombarde paralizzate iniziano a rivolgersi ad altri operatori per gli stessi prodotti, con la perdita di fidelizzazione verso le imprese della regione.
In risposta alle critiche, il governo italiano ha promesso a breve un secondo decreto legge per gestire la crisi in Lombardia. Per Confindustria, inoltre, è necessario che il ministero degli Esteri si muova il prima possibile per far passare all’estero l’immagine di un’Italia in grado di fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Il Made in Italy
I prodotti Made in Italy colpiti dal coronavirus valgono, per quanto riguarda le esportazioni, 138 miliardi di euro l’anno. Questo per quanto riguarda i beni la cui produzione è stata bloccata a causa dell’emergenza sanitaria. Il danno, poi, si estenderebbe anche su tutto l’export italiano nel suo complesso, da sempre pilastro dell’economia del Paese. Dopo un lungo periodo di crescita, infatti, Coldiretti segnala una prima contrazione delle esportazioni di prodotti alimentari italiani.