Monday.com nasce nel 2014 da una brillante idea di Roy Mann e Eran Zinman e conquista subito un posto d’onore nel regno degli “unicorni”, le aziende innovative con almeno un miliardo di capitalizzazione. Il software di project management punta a supportare i team di lavoro nella gestione dinamica dei progetti attraverso l’assegnazione di specifici task ai singoli componenti o al team complessivo.
Si contano oggi 80.000 business sottoscrittori del servizio (tra cui Philips, WeWork e Wix.com), un vero record se si pensa che solo un anno fa gli utilizzatori finali erano all’incirca 35.000.
Il successo fortunatamente non sembra aver dato alla testa ai fondatori, che hanno in programma oltre 150 integrazioni con altri tools entro l’anno per offrire all’utente finale un livello di interconnessione e di personalizzazione totale.
È dello scorso martedì l’annuncio di un nuovo round di finanziamenti pari a $150 milioni da parte di Sapphire Ventures, che ha consentito all’azienda di triplicare la propria capitalizzazione nel giro di un anno da $550 milioni a $1,9 miliardi.
Monday diventa a tutti gli effetti non solo l’azienda più capitalizzata nella categoria dei software di project management (superando di fatto le rivali Asana, Airtable e Notion), ma anche la startup privata più capitalizzata con sede in Israele.
L’organico annovera 256 dipendenti tra Tel Aviv e New York ma sarà rivisto al rialzo con nuove assunzioni in US; una mossa necessaria per chi punta tutto su campagne di marketing prolungate e particolarmente aggressive, come confermato da alcuni utenti via Twitter: “solo 2 cose sono sicure nella vita: la morte e gli ads di Monday.com!”
Per l’approdo in borsa ci sarà ancora da attendere, stando alle dichiarazioni dei founders che preferiscono concentrarsi sulla crescita dell’azienda: “il mondo si sta rapidamente digitalizzando e le persone ricercano modalità innovative di esecuzione dei task giornalieri; è questa un’opportunità immensa che non possiamo lasciarsi sfuggire”.