L’export del Made in italy ha continuato ad essere nel 2019 il settore trainante dell’economia italiana. Per il decimo anno consecutivo le esportazioni della Penisola sono cresciute, facendo registrare a fine 2019 un +3.2%, in linea con la crescita nel 2018 del 3.1%. Il risultato conseguito è notevole in quanto, se si escludono l’exploit del 2017 ed il rimbalzo post crisi finanziaria (2010-2011), occorre tornare indietro al 2007 per trovare una variazione delle esportazioni superiore al +4%. Inoltre, questi risultati sono stati raggiunti in un difficile contesto internazionale, caratterizzato da tensioni politiche ed economiche, nel quale il commercio globale è stato rallentato dallo scontro tra Stati Uniti e Cina, dalla Brexit, e dal calo generalizzato della fiducia tra gli operatori.
L’economia italiana è e sarà sempre più dipendente dalle proprie esportazioni, che hanno rappresentato dal 2010 al 2018 l’unico contributo positivo alla crescita. Solo grazie al commercio internazionale la Penisola è riuscita a contenere il calo registrato dalle altre componenti del PIL nazionale.
Geografie Export 2019
Nonostante un quadro globale critico la crescita dell’export italiano, +2.5% nei primi nove mesi del 2019, ha rappresentato il secondo miglior risultato europeo, dietro la Francia (+4.6%) e davanti a Spagna (+1.4%) e Germania (+0.3%). La crescita è stata molto polarizzata, si è assistito ad una contrazione in importanti mercati quali Cina, Turchia, Medio Oriente ed Argentina. Inoltre si è registrato un incremento in economie mature come Giappone, Stati Uniti e Svizzera.
Paese | Settore best Performer | Raggruppamento |
Svizzera | Tessile, abbigliamento | Beni di consumo |
Stati Uniti | Farmaceutica | Beni intermedi |
Giappone | Alimentari | Agroalimentare |
In Giappone le esportazioni di prodotti alimentari hanno segnato un +75.4%, negli Stati Uniti l’import di prodotti farmaceutici italiani raggiunge il +110.6% ed infine le vendite di prodotti di pelle e calzature in Svizzera sono aumentate del 63,7%.
Dov’è aumentata e dov’è diminuita la domanda di Made in Italy
A livello geografico sono stati i paesi extra UE a fare da traino per l’export italiano nel 2019. L’India ha fortemente incrementato la propria domanda rivolta ai settori italiani della farmaceutica, delle pelli e dei metalli. Nei paesi del Sud-Est asiatico, specialmente in Tailandia ed Indonesia, è aumentata molto la domanda di macchinari e mezzi di trasporto prodotti nella Penisola. Le esportazioni italiane si sono invece ridotte nei paesi dell’area Mena e Opec, la cui domanda estera è rallentata dai tagli alla produzione petrolifera decisi dall’Opec e dalle tensioni politiche della regione.
Il cruciale mercato cinese ha mostrato un andamento altalenante, diminuito l’export di metalli e mezzi di trasporto italiani in Cina ma aumentano le esportazioni in abbigliamento, farmaceutica ed arredamento.
Settori dell’export italiano 2019
Settore principe del Made in Italy è l’agroalimentare, sempre in crescita dal 2010, le cui esportazioni sono in espansione sia in diversi paesi UE, quali Francia, Paesi Bassi e Repubblica Ceca, sia in economie extra europee, in primis Stati Uniti ma anche Giappone e paesi del Sud-Est asiatico. Hanno registrato ottime performance anche i settori tessile, dell’abbigliamento e dei prodotti in pelle. L’export di prodotti farmaceutici della Penisola è stato consistente verso paesi avanzati quali Austria, Germania e Stati Uniti. Tra gli altri settori che trainano le esportazioni italiane si segnalano il metallurgico, in crescita sia verso i paesi dell’Europa dell’Est sia in aree extra-UE. Si sono invece ridotte le vendite dei mezzi di trasporto e dei beni della meccanica strumentale.
Settore | 2018 vs 2017 (var.) | Peso su export |
Estrattivo | +10.2% | +3.7% |
Apparecchi elettrici | +6.9% | +6.2% |
Metalli | +6.1% | +9.3% |
Chimica | +4.0% | +10.6% |
Alimentari e Bevande | +4.0% | +5.4% |
Tessile e abbigliamento | +2.9% | 9.0% |
Gomma e Plastica | +2.8% | 5.1% |
Prodotti in legno | +2.3% | 4.8% |
Meccanica strumentale | +2.2% | 19.8% |
Mezzi di trasporto | -1.0% | 10.3% |
Prodotti agricoli | -2.7% | 3.7% |
Fonte dati: Elaborazione Sace Simest
Prospettive future
Nel 2020 il valore dell’export italiano dovrebbe avvicinarsi a circa 500 miliardi di euro grazie ad un tasso di crescita stimato del 2.8%. Il triennio 2019-2021 si presenta carico di possibili turbolenze geopolitiche: la possibilità di nessun accordo post Brexit a fine 2020, la guerra commerciale Usa-Cina con la riduzione degli interscambi globali, l’ulteriore rallentamento dell’economia della Germania, primo partner commerciale italiano, la diminuzione globale degli investimenti a causa del perdurare del clima d’incertezza. Un’escalation delle tensioni internazionali potrebbe avere conseguenze molto pericolose per la crescita dell’economia italiana in quanto la domanda interna di beni e servizi è stagnante.
In questo scenario Sace-Simest ha identificato venti aree strategiche prioritarie verso le quali le esportazioni italiane avranno margini per aumentare anche del 4.8% medio annuo tra il 2019 ed il 2022. Tra queste le principali sono Brasile, Emirati Arabi Uniti ed India, paesi accomunati da prospettive di crescita positive. Diversificare i mercati di sbocco permette di minimizzare il rischio che un brusco calo dell’interscambio nei confronti di un partner chiave metta in crisi la crescita complessiva dell’economia italiana.
Popolazione mln | Cagr import | Principali settori import | Previsioni crescita export italiano | |
Cina | 837 | 3.5% | Apparecchi elettrici, metalli | 6.0% |
Indonesia | 148 | 4.1% | Chimica, metalli | 5.6% |
Filippine | 50 | 4.3% | Farmaceutica, macchinari | 4.9% |
India | 461 | 4.9% | Chimica e farmaceutica, metalli, | 7.9% |
Nigeria | 99 | 8.3% | Alimentari e bevande, chimica | 6.4% |
Ghana | 17 | 6.4% | Alimentari e bevande, gomma e plastica | 6.1% |
Tanzania | 20 | 10.4% | Chimica e farmaceutica | 9.5% |
Kenya | 14 | 8.7% | Raffinati, macchinari | 6.6% |
Fonte dati: Elaborazione Sace Simest