Ferrari ha chiuso il 2020 con risultati positivi, riuscendo a mantenere il trend di crescita in Borsa. L’azienda produttrice di auto di lusso ha visto aumentare il suo valore dai 156 euro per azione del 6 gennaio 2020 a 176 euro per azione l’11 gennaio 2021. A dicembre 2020 è stato perfino toccato il risultato record di 188 euro per azione. Questo è stato dovuto al fatto che l’azienda è riuscita a fronteggiare la pandemia ottenendo risultati, seppur in calo, oltre le aspettative. Il coronavirus, quindi, è stato retto bene dal gigante delle auto sportive ma, a fine 2020, si è presentato un nuovo problema imprevisto. Louis Camilleri, stimato CEO di Ferrari, si è dimesso a sorpresa il 10 dicembre 2020, parlando di <<motivi personali>> ed è stato sostituito, in via temporanea, da John Elkann.
Le dimissioni di Camilleri
Dopo le dimissioni, senza preavviso, di Louis Camilleri il ruolo di amministratore delegato è stato assunto ad interim dal presidente esecutivo della società, John Elkann. L’abbandono da parte dell’ex CEO ha causato un notevole calo della società in Borsa, che è scesa fino a 157 euro ad azione il 4 marzo 2021, iniziando la fase discendente a partire dai 188 euro del 28 dicembre 2020. Camilleri ha lasciato per non precisati motivi personali tutti i suoi incarichi lavorativi, compreso quello di presidente del cda in Philipp Morris International. La teoria più accreditata, ma non certa, è che si tratti di problemi di salute.
I risultati del 2020
Ferrari nel 2020 ha visto i suoi ricavi netti calare dell’8% rispetto al 2019, chiudendo con 3,6 miliardi di euro contro i quasi 3,8 dell’anno precedente. I risultati, tuttavia, sono stati quasi ogni volta superiori alle stime degli analisti, anche di quelli della stessa azienda, portando a risultati positivi in Borsa a partire da aprile 2020, dopo un inizio anno in difficoltà. I ricavi del 2020, comunque, sono stati superiori a quelli del 2018, quando Ferrari ha registrato 3,4 miliardi di euro.
L’utile della società è calato del 13% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 609 milioni nel 2020. Questo dato, tuttavia, è incoraggiante se contestualizzato. Ferrari, infatti, nonostante il calo dei ricavi, ha investito assumendo nuovo personale, aumentando il numero dei suoi dipendenti del 6,3%. Il calo dell’utile maggiore di quello dei ricavi netti, quindi, dipende dal fatto che l’azienda si è ampliata a livello strutturale, aumentando i costi ma anche le prospettive di crescita future.
I ricavi netti, in ambito commerciale, sono l’incasso complessivo che un’impresa ottiene dalla vendita di beni e dall’erogazione di servizi (fonte: Dizionario economico)
Gli utili sono la differenza fra ricavi e costi di un’azienda (fonte: Dizionario di Economia e Finanza)
Ferrari in Borsa
Il titolo Ferrari è quotato dal 4 gennaio 2016 al New York Stock Exchange, dopo essere stato scorporato da FCA (diventata Stellantis nel 2021, dopo la fusione con PSA). Partendo da un valore di poco superiore ai 40 euro ad azione, la società ha vissuto una crescita forte e costante, interrotta solo da temporanei rallentamenti. Le stime sui ricavi dell’azienda per il 2021 parlano di oltre 4 miliardi di euro. Nonostante un inizio dell’anno difficile, secondo l’Ufficio Studi di Teleborsa, Ferrari è da considerare un titolo solido e stabile, con una <<volatilità equilibrata>>.