Lagarde supera l’esame del Governing Council
Nella giornata di oggi, Christine Lagarde, neo-eletta Presidente della BCE, ha presieduto il suo primo Governing Council, l’organo decisionale della banca formato dai governatori delle banche centrali dei paesi memberi dell’Eurozona. Sebben, come ampiamente previsto, i valori dei tassi di riferimento di politica monetaria sono stati rimasti invariati, il focus era centrato sull’attitudine e stile comunicativo di Lagarde davanti ai giornalisti. Le parole dei memberi del board della BCE a seguito dei Governing Councils rappresentano segnali trasmessi ai mercati ad agli investitori circa le future mosse di politica monetaria, notoriamente i movimenti al rialzo o ribasso dei tassi di interesse. In tal senso, Lagarde si é nettamente distinta dal suo predecessore Draghi, spesso incline ad assumere posizioni nette e da ‘colomba’, grazie ad un atteggiamento neutro ed aperto. Lei stessa, interrogate dai giornalisti in merito a quale posizione fosse maggiormente affine, se ‘falchi’ o ‘colombe’, ha preferito definirsi una ‘civetta’, orientata alla ricerca del consenso piuttosto che imporre le proprie linee di policy.
Elezioni UK: voto Decisivo per la Brexit
Regno Unito al voto per le elezioni straordinarie, decisive per il futuro della Brexit. Secondo gli ultimi sondaggi i conservatori di Boris Johnson potrebbero ottenere la maggioranza dei seggi della Camera dei comuni. Ma si aggira lo spettro di un probabile stallo tra i laburisti di Corbyn e i Tories, mettendo il paese nella minaccia di una paralisi parlamentare dove nessuno dei due schieramenti potrebbe ottenere la maggioranza, necessaria per governare e per attuare la Brexit entro i primi sei mesi del 2020.
Guerra Commerciale USA-Cina: accordo vicino o rinvio?
Il fronte delle trattative sino-statunitensi per la questione dazi sta subendo un forte impatto dopo l’annuncio, via Twitter, del presidente americano Donald Trump che Washington e Pechino sono vicine a concludere la prima fase dell’accordo bilaterale. Per i corridoi della Casa Bianca si profilano due scenari. Il Primo realistico di un rinvio della deadline di domenica 15 dicembre e una sospensione dei dazi; il secondo, utopistico in quello dove i due fronti riescono a concludere l’accordo commerciale entro domenica. Per l’amministrazione statunitense, colpita dall’inchiesta per l’impeachment su Trump per l’Ucrainagate, applicare ulteriori dazi commerciali in via sta delle feste natalizie potrebbe condannare una possibile rielezione dell’attuale inquilino dello studio ovale.
L’ultima offerta di Trump propone a Pechino la cancellazione dei dazi del 50% sui prodotti cinesi e l’eliminazione delle tariffe che dovrebbero scattare domenica,in caso di non raggiungimento dell’accordo. In cambio Washington chiede alla Cina di acquista re prodotti agricoli americani, maggior tutela sui diritti di proprietà intellettuale e accesso quasi illimitato delle aziende USA ai settori finanziari cinesi.
Per Trump una pausa dello scontro commerciale con Pechino potrebbe dare a Trump una ulteriore carta da giocare, in vista delle Presidenziali USA del 2020.