Il 2020 è stato un anno difficile per i cittadini italiani.
Secondo l’Istat, durante la pandemia, le famiglie in povertà assoluta sono state oltre 2 milioni, quasi un milione in più rispetto al 2019.
Con “soglia di povertà assoluta” si intende il valore monetario, a prezzi correnti, del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascun individuo. Questo valore varia in base all’età dei soggetti, alla ripartizione geografica e alla tipologia del comune di residenza.
Una famiglia è da considerarsi “assolutamente povera” se sostiene una spesa mensile per consumi pari o inferiore a tale valore monetario.
La spesa delle famiglie
Nel 2020, la stima della spesa media delle famiglie residenti in Italia è stata di €2.328 mensili, con una flessione del -9% rispetto al 2019. Stando ai calcoli Istat, questo valore non è troppo distante dai €1.730,38 minimi calcolati per poter vivere in una grande città del Nord, al di sotto della quale si ricade nella soglia di povertà (il valore scende se ci si sposta nelle periferie o nelle città con meno di 50.000 abitanti).
I giovani
La situazione non è migliore per i giovani che decidono di andare a vivere da soli.
Secondo le stime della Fondazione studi dei consulenti del lavoro e di Almalaurea, il 57,9% degli under 35 anni, lo scorso anno, ha percepito un reddito netto mensile inferiore ai €1.000. Lo stipendio cresce a €1.317 euro per i laureati a 1 anno dalla laurea e €1.512 per i laureati a 5 anni dalla laurea.
Anche in questo caso, per poter vivere in una grande città, l’Istat calcola una retribuzione mensile netta tra gli €860,34 al Sud e i €1.120,16 al Nord, sicuramente non alla portata di tutti.