Un’indagine ha confermato che Pierre-Olivier Bouée, COO della Credit Suisse, la seconda banca svizzera, ha messo sotto sorveglianza un dirigente del suo istituto. Questa operazione è venuta a costare il posto di lavoro a Bouée e comporta una considerevole perdita di reputazione per la banca, un risultato totalmente opposto all’obiettivo dell’ex Direttore Operativo, che invece voleva evitare cambi di casacca da parte dei propri soci e difendere la Credit Suisse.
La vicenda
Effettivamente Iqbal Khan, il dirigente su cui Bouée ha fatto partire le indagini, era in procinto di passare ad un istituto rivale, UBS, e si temeva che altre personalità lo avrebbero seguito. Khan avrebbe anche potuto portare grandi clienti con sé, come spesso accade in questi casi. Per difendere la banca, l’ex COO ha deciso di agire senza avvisare il CEO, come riporta l’indagine svizzera, che quindi non ritiene Credit Suisse responsabile di questa azione, oltre a confermare che Khan non ha violato nessuna clausola del suo contratto. Viene riportato che Khan e sua moglie sono stati seguiti da investigatori privati per una settimana durante i loro spostamenti per Zurigo. Il dirigente della Suisse si sarebbe accorto di essere pedinato dopo aver notato una macchina che seguiva costantemente i suoi stessi movimenti e avrebbe avvertito immediatamente la polizia. Sembrerebbe anche che un consulente di sicurezza privata coinvolto nello scandalo si sia tolto la vita.