Mercoledì 30 ottobre si è svolta l’ultima riunione del governo per ridefinire i dettagli sulle legge di Bilancio 2020, che sarà inviata al Senato il 31 ottobre per l’esame parlamentare. Nell’ultimo Ddl per la Finanziaria resta l’inasprimento sulle tasse che colpiscono il tabacco e le sigarette tradizionali ma questa sarà molto più lieve di quanto era previsto nella prima bozza della legge di Bilancio.
L’aumento delle imposte sul fumo porterà circa 88 milioni di euro nelle casse dello Stato, contro i 160 milioni previsti nella Bozza iniziale.
Quali prodotti saranno colpiti dall’aumento delle imposte
Le ulteriori tasse, secondo quanto scritto nell’ultima bozza della legge di Bilancio, andaranno a colpire soprattutto le sigarette fai da te. Per le cartine da tabacco allo Stato saranno dovuti 0,005 euro per ogni unità presente dalla confezione, ovvero 10 centesimi ogni 20 unità. Il tabacco sfuso, invece, sarà sottoposto ad un’imposta di 5 euro al chilo in più rispetto a quella attuale.
Per quanto riguarda le sigarette tradizionali, invece, l’accisa dovrebbe essere aumentata dell‘1%.
A differenza da quanto era previsto nella prima bozza della Finanziaria, non ci sarà nessun aumento delle tasse sulle sigarette elettroniche e sui prodotti legati ad esse.
La risposta dell’Industria del Tabacco
Gian Luigi Cervesato, presidente ed amministratore delegato del distaccamento italiano di Japan Tobacco International (JPI), ha dichiarato che le nuove tasse contro il tabacco si riveleranno deleterie. Infatti, secondo Cervesato, l’aumento del prezzo non ridurrà i consumi ma spingerà sempre più persone a rivolgersi al mercato nero.
Il presidente di JPI fa riferimento alla ricerca Empty Pack Survey (EPS) del 2017, finanziata da un gruppo di aziende operanti nel settore del tabacco. Secondo i risultati di questo studio, in Italia circa il 6% del totale dei pacchetti in circolazione, nel 2017, vengono comprati illegalmente.