Trump ha parlato con il presidente della Turchia, Erdogan, per sollecitarlo ad interrompere le operazioni militari in Siria. Lo riferisce il vicepresidente Pence, aggiungendo che sono già pronte sanzioni economiche, come l’interruzione di un accordo commerciale da 100 miliardi di dollari tra Stati Uniti e Turchia.
Pence tiene a precisare che l’operazione turca non è stata autorizzata in alcun modo degli Stati Uniti, anche se il ritiro delle truppe americane dalla Siria ha permesso effettivamente ad Erdogan di procedere con il suo piano. Trump disse che il ritiro era giustificato dal fatto che ormai l’isis fosse definitivamente sconfitta, ma la mossa è stata criticata anche dal suo stesso partito.
Tariffe e stop alla vendita di armi
Tra le misure prese in considerazione dagli Usa per contrastare la Turchia vi è anche la reintroduzione di una tariffa del 50% sull’acciaio proveniente dal Paese di Erdogan, una mossa che aveva già fatto precipitare la lira turca quando fu utilizzata per spingere il rilascio di un cittadino americano.
Gli Stati europei chiedono all’unanimità la fine dei combattimenti e il ritiro delle truppe turche dalla Siria. La loro scelta è stata invece quella di interrompere la fornitura di armi alla Turchia. Partecipe anche l’Italia, con Di Maio che conferma il blocco delle vendite future e ipotizza anche di interrompere quelle già in corso. Conte è favorevole allo stop, ma non lo ritiene sufficiente, annunciando che parlerà personalmente con Erdogan.
La guerra
Erdogan ha deciso di inviare le proprie truppe in Siria per costituire una “zona di sicurezza” profonda una trentina di chilometri che segua il confine tra i due Paesi. Il Presidente ritiene infatti che le milizie curde costituiscano una minaccia per la Turchia, collegando le YPG (Unità di Protezione Popolare) al PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan). Quest’ultimo ha effettivamente combattuto in Turchia ed è considerato sia dagli Usa che dall’Europa un gruppo terroristico, ma viene ritenuto separato dalle YPG.
I curdi sono considerati uno dei più grandi gruppi etnici privi di unità nazionale, e le loro milizie sono state centrali nella guerra al Califfato dell’isis. Uno stato curdo era stato previsto dopo la prima guerra mondiale, ma non venne più realizzato.