Aziz McMahon, dirigente e responsabile delle vendite dei mercati emergenti presso Goldman Sachs a Londra, lo scorso 10 maggio si sarebbe dimesso dopo aver fatto una fortuna con Dogecoin, la criptovaluta sostenuta da Elon Musk, il cui valore è letteralmente esploso da inizio anno.
Né Goldman Sachs né McMahon hanno risposto immediatamente alla richiesta di commentare le dimissioni, ma secondo quanto rilasciato dai colleghi intervistati dalla CNBC, l’ex banchiere avrebbe incassato almeno £10 milioni ($14 milioni) da questa operazione.
Un nuovo settore
McMahon non è il solo ad aver ascoltato il richiamo delle criptovalute.
Luyi Zhang, ex analista quantitativo presso Bank of America a New York, è appena entrata a far parte di Coinbase come ingegnere informatico senior, mentre Jesse Bornstein, che ha lanciato l’attività di finanza commerciale di Nomura a New York, si è recentemente dimesso per diventare vice presidente delle vendite presso Stakehound, una società operante nel settore della finanza decentralizzata.
Il crollo
Dopo aver raggiunto il prezzo di $0,70 cent e la 4a posizione per capitalizzazione tra le criptovalute in circolazione, in seguito al crollo di mercoledì 19 maggio, il prezzo di Doge è nuovamente ridisceso a $0,39 cent (-50% dal picco massimo).
Il tweet di Elon Musk relativo allo stop all’uso di Bitcoin per l’acquisto di auto Tesla e l’affermazione della Banca centrale cinese che ha vietato l’utilizzo dei token digitali come forma di pagamento, hanno generato il panico sul mercato delle crypto, il quale ha registrato perdite in termini di capitalizzazione pari a $1000 miliardi.