La procura tedesca della città di Braunschweig ha avviato un’indagine contro alcuni dirigenti ai vertici di Volkswagen, con l’accusa di manipolazione del mercato. I fatti risalirebbero al 2015 e riguardano sempre lo scandalo Dieselgate, che continua a perseguitare l’azienda 4 anni dopo. Gli indagati sono Hans Dieter Poetsch, alto dirigente della società, Martin Wintertorn, ex CEO di Volkswagen, ed Herbert Diess, attuale CEO della compagnia. Questi, secondo gli inquirenti, avrebbero nascosto dei dati relativi ai rischi per l’azienda dopo lo scandalo.
Dieselgate
Con Dieselgate si intende la scoperta delle gravi irregolarità commesse dalla Volkswagen per quanto riguarda le emissioni dei suoi motori diesel ed i successivi processi legali lagati al fatto. Le macchine in questione non erano a norma, tuttavia l’azienda utilizzava un software che era in grado di percepire quando era in corso un controllo sulle emissioni e ridurle entro i limiti di legge solo per quel momento. Fra multe e spese legali la casa automobilistica ha perso decine di miliardi di dollari e, al tempo dello scandalo, ha registrato in Borsa un -40%. Il CEO della società del tempo, Martin Winterkorn, il 23 settembre 2015 rassegnò le sue dimissioni pochi giorni dopo la scoperta del software.
Le nuove accuse
Gli investigatori tedeschi credono che, nel periodo del Dieselgate, Poetsch, Diess e Winterkorn abbiano deliberatamente comunicato in ritardo agli investitori il rischio effettivo per l’azienda. I dirigenti, nonostante ne fossero a conoscenza, non avrebbero diffuso se non troppo tardi le informazioni relative alle enormi cifre che Volkswagen sarebbe stata costretta a pagare poco dopo. La casa automobilistica tedesca, tuttavia, nega qualunque responsabilità dei suoi dirigenti per quel che riguarda la manipolazione del mercato ed ha comunicato che non chiederà a nessuno le dimissioni.