Le dinamiche del commercio globale evidenziano un profondo cambiamento: quali caratteristiche avranno il commercio e gli scambi globali negli anni a venire, e in che modo influenzeranno il panorama di investimento mondiale? Sotto diversi profili, negli ultimi due decenni il commercio internazionale ha già subito una profonda trasformazione. Se il ventesimo secolo è stato caratterizzato da un fenomenale aumento degli scambi di merci e materie prime industriali, il ventunesimo secolo è invece orientato ad una rapida digitalizzazione dei servizi e alla crescente automazione della produzione. Gli sviluppi tecnologici e il modo in cui continueranno a rimodellare i vari settori saranno decisivi per il futuro panorama di business globale, tanto quanto se non più delle trattative politiche.
Nuove società globali
Da un lato esistono le grandi multinazionali tradizionali, che dominano i settori delle materie prime, dei prodotti industriali pesanti e dei beni di consumo. Ma esiste anche un’intera generazione di nuove società globali emerse negli ultimi vent’anni, che rappresentano dei colossi dell’economia digitale: basti pensare ad Amazon e Alphabet (la holding del gruppo Google), che sono gli esempi più immediati. Con l’aumento della loro entità, le questioni legate al commercio digitale e alla proprietà intellettuale acquisiscono un ruolo di primo piano negli accordi commerciali. Allo stesso modo, le autorità di regolamentazione stanno cercando di ottenere un maggiore controllo sulle questioni legate alla privacy, alla sede dei server, all’accesso alle informazioni e ai servizi online. Con la sempre crescente digitalizzazione delle idee, delle informazioni e del commercio, queste tematiche continueranno a mantenere un ruolo di primo piano.
La delocalizzazione
Al giorno d’oggi le supply chain sono profondamente radicate e quindi difficilmente si potrà tornare indietro. L’esempio più ovvio è quello di Apple: la sua produzione coinvolge circa 30 Paesi e l’azienda è in grado di sfruttarla abilmente a suo vantaggio, ricercando fornitori più convenienti, pur rimanendo fedele ai suoi requisiti qualitativi. La strategia di Apple è motivata dalla necessità di scalare e gestire il rischio legato alla supply chain, non solamente dai costi. In futuro il beneficio della delocalizzazione della produzione per un trattamento fiscale più vantaggioso o un costo ridotto della manodopera, potrebbe essere destinato a ridursi.
Leader globali
Inoltre, le supply chain hanno assunto dimensioni globali e in alcuni casi dei livelli di specializzazione e una scalabilità praticamente impossibili da replicare. Ad esempio, Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSMC), la più grande fabbrica indipendente di semiconduttori al mondo, domina alcuni segmenti del mercato dei chip per computer che sono quasi impossibili da ricreare, in termini di design o di scala. Analogamente, dando un’occhiata in altri settori, troviamo che Broadcom domina il mercato dei chip per smarthpone; i sistemi di pagamento con carta di credito sono controllati quasi in toto da Visa e MasterCard e tre società nel campo farmaceutico e biotecnologico (Novartis, Amgen e Roche) sono avanti alle concorrenti e rappresentano metà delle vendite globali di medicinali per la cura del cancro. In alcuni settori, le imprese sono disposte ad assorbire costi più elevati con la visione di lungo periodo che il vantaggio di operare in determinati luoghi supera l’onere nel breve termine. Caterpillar, General Motors e Ford sono solo tre delle più grandi società statunitensi che hanno dichiarato di voler proseguire con piani di ristrutturazione che prevedono lo spostamento della produzione in Messico, paese che nel corso degli anni si è affermato tra i principali centri di produzione di auto e componenti connessi. Non è certamente un caso che la quasi totalità dei produttori di componenti per auto nel mondo abbiano sedi produttive nel paese. Il Messico ha inoltre stipulato degli accordi per il libero scambio con diversi paesi nel mondo, ottenendo così accesso alla maggior parte dei principali mercati. Alla luce delle loro posizione dominanti nei rispettivi settori, queste società possono essere senza alcun dubbio definite leader globali. Ai fini di possibili investimenti nelle suddette società, c’è da tenere conto che l’automazione renderà sempre meno rilevante il costo della manodopera, favorendo lo spostamento della produzione verso i mercati finali. Ovviamente non tutte le società globali prospereranno in questo nuovo contesto e sarà essenziale una ricerca basata sui fondamentali. I cambiamenti nei regimi economici e commerciali forniranno ai gestori l’opportunità di sfruttare le distorsioni e investire nelle società ritenute vincenti nel lungo periodo.