Tra i principali agenti macroeconomici è impossibile non citare il Fondo Monetario Internazionale (FMI), istituito nel 1944 durante la conferenza di Bretton Woods. La conferenza aveva lo scopo di stabilire le regole delle relazioni commerciali tra i 45 paesi più industrializzati dell’epoca. Fu necessaria a causa della Grande Depressione che stava colpendo i paesi nazionali, costringendoli ad adottare una politica protezionista con conseguente svalutazione monetaria. Così, grazie all’incontro internazionale nacque l’FMI e, durante la stessa conferenza, si discusse il ruolo che doveva interpretare.
L’FMI ideale
Si crearono due ideologie contrapposte:
– britannica: sviluppata da John Maynard Keynes, secondo cui l’FMI sarebbe dovuto essere un fondo di cooperazione internazionale al quale le maggiori economie, in periodo di crisi, avrebbero potuto accedere mantenendo attive le proprie economie.
– americana: sviluppata da Harry Dexter White, secondo il quale l’FMI avrebbe dovuto agire come una banca.
Dalla conferenza di Bretton Woods nè uscì vincitore il punto di vista americano di White. Quindi, i compiti principali del FMI sono:
– garantire una solida cooperazione commerciale internazionale;
– evitare che si creino situazioni di crisi valutaria;
– mettere a disposizione le proprie risorse per aiutare le economie in stato di crisi;
– ristrutturazione del debito estero dei paesi del c.d. “Terzo Mondo”.
L’FMI ha una struttura tripartita. E’ composta da:
– Consiglio dei Governatori;
– Consiglio Esecutivo;
– Segretariato.
Il Consiglio dei Governatori è formato dai Ministri dell’Economia di tutti i Paesi dell’FMI, è l’organo più importante e infatti esercita la maggior parte dei poteri del fondo; il Consiglio Esecutivo è formato da 24 direttori esecutivi, fornisce assistenza costante ai membri; mentre il Segretariato è composto da funzionari indipendenti ed ha poteri di rappresentanza.
Il fondo viene finanziato in diversi modi, tra i più comuni troviamo le quote versate dagli stati al momento dell’adesione, i tassi di interesse sui prestiti e anche la vendita di risorse auree.
L’FMI è stato fortemente criticato dai movimenti No Global e soprattutto dal premio Nobel Joseph Stiglitz, accusandolo di essere un’istituzione manovrata che ha solo favorito la diseguaglianza di reddito peggiorando le condizioni dei Paesi più poveri.