Una performance ha bisogno di un confronto
Quando si investe è di fondamentale importanza avere un punto di riferimento in relazione al quale poter valutare la propria performance. Aver ottenuto un rendimento dell’x% in se non ha alcun significato riguardo l’abilità dell’investitore o la bontà dell’investimento, l’unica certezza che si ha è che il capitale investito è incrementato dell’x% in un dato periodo, arrivando ad un montante pari a P(1+x%), dove P è il capitale iniziale. Ipotizziamo di aver fatto il 5%, ma l’indice del mercato italiano (FTSW MIB) ha ottenuto l’8%. In questo scenario possiamo ritenerci soddisfatti a seconda del nostro obiettivo: se il nostro scopo era quello di ottenere un rendimento positivo in senso assoluto, allora possiamo ritenerci soddisfatti, se invece era quello di battere il mercato italiano, dobbiamo prima individuare un portafoglio di riferimento che sia rappresentativo dello stesso (benchmark) e valutarne la performance. Se riteniamo che tale portafoglio possa configurarsi nell’indice FTSE MIB allora di certo la nostra strategia si è rivelata fallimentare. Questa doverosa introduzione è necessaria per introdurre il concetto di benchmark e dimostrare la sua rilevanza quando si investe. Lo scopo di questo articolo dunque è quello di indagare come un benchmark debba essere scelto in relazione ai propri obiettivi, e di capire come ci si deve rapportare rispetto al proprio investimento.
Strategie a rendimento assoluto e relativo
Prima di esplorare il concetto di benchmark più da vicino, è opportuno fare una necessaria distinzione tra strategie a rendimento assoluto e relativo. Le prime hanno come scopo la massimizzazione del rendimento assoluto dato un particolare vincolo di rischio (strategia attiva) o semplicemente l’immunizzazione del portafoglio dal rischio (strategia passiva). Le seconde hanno come scopo la replica di un rendimento di un particolare portafoglio di titoli (che può essere rappresentato da un indice, in tal caso si parla di strategia passiva) oppure quello di ottenere un rendimento superiore rispetto a un paniere di titoli di riferimento (strategia attiva), che ugualmente essere rappresentato da un indice. In altre parole, il benchmark, ossia il paniere di titoli a cui si fa riferimento sia per batterlo che semplicemente per replicarlo, interviene solo nelle strategie di tipo relativo.
Benchmark: definizione
La definizione di benchmark assume sfumature differenti a seconda della prospettiva che si assume. Per il Legislatore esso rappresenta “un parametro oggettivo di riferimento coerente con i rischi ad essa connessi al quale commisurare i risultati della gestione” (Delibera Consob N. 11522 dell’1/07/1998, Art. 42). Per il gestore del fondo il benchmark è null’altro che il portafoglio di riferimento (costruito con indici di mercato) sui cui basare la propria strategia. Per l’investitore invece rappresenta il profilo di rischio-rendimento che caratterizza la gestione del fondo in cui investe il proprio capitale. Per un osservatore esterno invece è un parametro di confronto tramite il quale poter valutare ex-post la performance di un fondo per decidere se investirci o meno.
In sostanza il Benchmark è un indice/paniere di titoli di riferimento.
Modalità di costruzione
L’indice che si sceglie come benchmark dunque agevola i confronti tra serie storiche diverse, consente di misurare l’evoluzione temporale di un paniere di asset e presenta determinate proprietà: è positivo, è indipendente dall’unità di misura, è espresso con riferimento ad un periodo prefissato (base date) e, in tale data, ad un determinato valore (base value).
Costruire un benchmark significa definire un paniere di titoli, più o meno ampio, che possa essere considerato rappresentativo dell’andamento di un determinato comparto del mercato mobiliare. Per raggiungere tale scopo, è opportuno effettuare una serie di scelte fondamentali, circa la tipologia di indice, la sua composizione, la ponderazione, la modalità di revisione, i criteri di selezione dei titoli, i criteri per l’attribuzione dei pesi (indici price, cap ed equally-weighted), le modalità di reinvestimento dei flussi (nessuno, continuo, periodico), la valuta di denominazione (calcolo indici in Euro / Euro hedged) e gli effetti di tassazione (nettizzazione dell’indice).
Al fine di capire in base a quali criteri tali scelte debbono compiersi è necessario domandarsi quali siano i requisiti ideali di un benchmark o di un indice di mercato, a tal proposito, di seguito le principali caratteristiche da tenere a mente per la costruzione di un indice di riferimento:
Replicabilità: (indici di mercato, peer index, tassi). Deve esserci la possibilità di comprare realmente sul mercato un portafoglio identico per composizione al paniere di titoli di cui il benchmark è composto. Ovviamente, in tal caso sono da escludere titoli poco liquidi, ossia scambiati poco sul mercato.
Rappresentatività: i titoli inclusi devono rappresentare adeguatamente le opportunità di investimento disponibili sul mercato. A tal proposito, vi è un trade-off replicabilità-rappresentatività, più il portafoglio è rappresentativo più in genere sarà meno replicabile, perché per ottenere la massima rappresentatività si inseriscono titoli difficilmente replicabili, che però sono disponibili sul mercato.
Regole di costruzione e misurazione: misure di trasparenza e oggettività devono essere rispettate.
Stabilità della composizione: La composizione dell’indice non deve mutare continuamente ed in ogni caso, le variazioni devono basarsi su regole di agevole comprensione.
Turnover implicito: ci si deve accertare di eseguire operazioni di ribilanciamento conseguenti alla scadenza/rimborso anticipato dei titoli. Altrimenti si andrebbe ad alterare la composizione dell’indice minandone la rappresentatività.
Opportunità di hedging: ci si deve accertare dell’esistenza di strumenti di copertura direttamente collegati all’indice.
Infine, occorre tenere a mente il profilo di rischio nel momento in cui si valuta la performance rispetto il benchmark, altrimenti si potrebbe incorrere in fallacee ed erronee interpretazioni, a tal riguardo, abbiamo pubblicato un articolo (vedi qui).