Immaginiamo di essere sul punto di cambiare la disposizione dei mobili in casa: per prendere le misure di lunghezza e larghezza occorre uno strumento molto comune, il metro. Adesso prendiamo il nostro metro e dividiamolo in dieci parti uguali, ognuna con lunghezza di un decimetro. Ripetendo in maniera iterativa questa procedura si otterranno grandezze sempre più piccole, fino a non avere più la facoltà di riconoscerle ad occhio nudo, ma solo tramite l’utilizzo di una lente d’ingrandimento o, nel caso di lunghezze molto piccole, di un microscopio.
Ecco degli esempi concreti di oggetti comuni a dimensioni sempre più piccole: a 0,1 millimetri potremmo trovare un acaro della polvere; ad un micrometro (cioè la milionesima parte di un metro), invece, il diametro di un globulo rosso. Diminuendo sempre di più le dimensioni ed arrivando fino alla decima parte di un miliardesimo di metro, 1 Angstrom per i fisici, ci troveremmo sulla stessa scala di grandezza di un atomo di elio o di idrogeno. La branca della fisica che si occupa dello studio di oggetti a queste dimensioni (e anche minori, nel caso degli elettroni e delle particelle subatomiche), si chiama Meccanica quantistica, ed è stata sviluppata nel ‘900 da una serie di scienziati, fra i quali Born, Bohr, Schrödinger, Fermi ed altri.
Ebbene, anche se all’apparenza sembrerebbero due mondi diversi, esiste una correlazione fra le particelle indistinguibili ad occhio nudo, e soprattutto le complesse strutture matematiche inventate per descriverle, ed il mondo dell’alta finanza, in particolare con i fondi d’investimento.
La concezione di Soros
A questo punto entra in gioco uno dei più grandi speculatori di tutti i tempi, George Soros, il quale, durante i suoi studi alla London School of Economics, rimase colpito dalla meccanica quantistica, tanto da denominare il suo secondo fondo d’investimento Quantum Fund. Per costruire il suo impero finanziario, egli prese spunto da alcuni assiomi derivanti dalla fisica, ed applicò in maniera qualitativa il principio di indeterminazione di Heisenberg, secondo il quale non si può conoscere esattamente ed allo stesso momento sia la velocità che la posizione di una determinata particella microscopica.
L’investitore naturalizzato statunitense, influenzato anche dai suoi studi in filosofia, in particolare da Karl Popper, fu il primo a trasportare questa incertezza in campo finanziario, definendo alcune strategie che gli sarebbero risultate utili durante i suoi investimenti e che sono alla base del suo pensiero, come sovente dichiarato durante le sue interviste. Soros postulò che un investitore, pur se in possesso della massima conoscenza possibile di un determinato sistema finanziario, avrà sempre un grado di incertezza intrinseca: dunque, in ogni investimento, deve essere sempre tenuta a mente la consapevolezza di una parziale ignoranza.
I limiti dell’investitore e del mercato
L’acquisizione di questa coscienza, secondo Soros, deve portare un investitore ad avere il coraggio e la convinzione di ammettere che possa avere torto, di riconoscere che gli stessi mercati possano sbagliare, e di accettare che entrambi possano avere torto secondo diversi gradi.
Il pensiero di Soros si basa proprio su questa intrinseca incertezza del mondo finanziario globale, in cui individui imperfetti operano all’interno di uno scenario imperfetto. Questa riflessione a metà tra la fisica e la filosofia è stata fondamentale per il suo percorso da investitore, rendendolo unico in un mercato così competitivo come quello della finanza e trasformandolo in uno degli uomini più ricchi al mondo (diventando fra l’altro famoso in Italia nel 1992, quando con un’azione speculativa costrinse la lira ad uscire dal sistema monetario europeo). Il suo Quantum Fund, infatti, non aveva una vera e propria strategia d’investimento mirata, ma si proponeva di impiegare denaro in una serie di attività quanto più diverse l’una dall’altra.
Soros prese spunto anche dal postulato di De Broglie, secondo cui il fotone può manifestarsi sia come un’onda sia come una particella, trasportando questo dualismo nell’ambito delle scienze sociali. La sua riflessione è infatti legata al duplice comportamento di un determinato individuo – il quale può esistere da solo, come ad esempio una singola particella, o all’interno di un gruppo, come un’onda all’interno di un fascio – e a quale di queste due modalità di pensiero possa prendere di volta in volta il sopravvento.
La Quantum Economics
Le teorie innovative di Soros hanno contribuito alla crescita di un nuovo ambito di ricerca denominato Quantum Economics, che si propone di sviluppare un approccio innovativo verso lo studio delle scienze economiche partendo da alcune idee prese in prestito dalla meccanica quantistica, come la discretizzazione del sistema monetario o la già citata indeterminazione.
Il progresso a livello sia scientifico sia di intelligenza cognitiva umana non può essere interrotto, ed una delle sue conseguenze è il continuo miscelarsi di ambiti del sapere in principio distinti. Se quindi, per un esperimento sociale, mettessimo George Soros, Karl Popper ed Enrico Fermi in una stessa stanza, e li riprendessimo durante una discussione, troveremmo molti più spunti di quanti avremmo mai potuto immaginare.