Durante l’Obesity Day, il 21 maggio 2018, alcuni esperti hanno pubblicato i dati socio-economici frutto dei più recenti studi sull’obesità in Italia. In particolare sono state divulgate le analisi condotte nel 2016 dal nutrizionista e farmacologo Michele Carruba, direttore del Centro Studio Ricerca sull’Obesità (CSRO). Le ricerche hanno evidenziato un numero di morti all’anno pari a 57.000 per cause attribuibili all’obesità. Il problema grava anche sul bilancio dello Stato, con un costo annuo in spesa pubblica.
I dati del 2016 in Italia
Le analisi condotte da Carruba hanno evidenziato rapido aumento annuale degli obesi, pari a circa 100.000 nuovi casi nel 2016. Quell’anno il numero degli italiani gravemente sovrappeso ammontava a 5,5 milioni, con un impatto economico di circa 9 miliardi di euro annui per le spese sanitarie. L’obesità, inoltre, porta ad una minore produttività.
Gli indicatori dell’obesità
In ambito scientifico sono stati introdotti diversi indicatori per identificare i casi di obesità. Tra questi si annoverano il BMI e il girovita.
L’indice BMI (Body Mass Index), rappresenta il rapporto tra il peso e l’altezza al quadrato. Se questo è superiore ai 25 Kg/m2 l’individuo è in sovrappeso, mentre si parla di obesità con valori superiori ai 30kg/m2 .
Il girovita rappresenta la circonferenza ed il rapporto tra obesità viscerale e rischio di morbilità e mortalità. Valori di girovita superiori ai 102 e 88 cm, rispettivamente per uomini e donne, sono indice di obesità.
I possibili rimedi
L’obesità, in quanto patologia NCD (non trasmissibile), ha buone probabilità di essere curata usando terapie con un buon rapporto costo-efficacia. Tra queste, la più apprezzata è la chirurgia bariatrica (o metabolica) con effetti positivi per la qualità di vita del paziente e la riduzione del costo il servizio sanitario nazionale. L’alternativa alla chirurgia prevede un approccio medico costante, che comporta un peso economico molto più elevato.
I dati del 2018 in Italia
Dall’analisi sull’obesità in Italia è emerso che l’eccesso di peso è causa di una spesa che vale tra il 4% ed il 10% di tutti i fondi nazionali destinati alla sanità. In particolare, attraverso l’incrocio dei risultati dei costi derivanti dalle patologie connesse al sovrappeso e la spesa sanitaria italiana, si è scoperto come l’obesità incide sull’economia nazionale per un totale di circa 6 miliardi di euro annui. Ulteriori dati sono stati forniti dalla Fondazione Policlinico Tor Vergata di Roma, che in un rapporto ha esposto come la spesa sanitaria in Italia sia pari all’8,9% del PIL, circa 165 miliardi di euro.
La panoramica mondiale dell’obesità
Le stime della World Obesity Foundation (WOF), hanno evidenziato la potenziale minaccia per l’economia mondiale delle malattie derivanti dal sovrappeso. In particolare, la spesa annua globale ammonterà a 1.200 miliardi di dollari entro il 2025, quando circa un terzo della popolazione mondiale sarà in sovrappeso o obesa. Le previsioni trovano origine nei dati divulgati nel 2016, secondo cui circa 1,9 miliardi di adulti è in sovrappeso, dei quali 650 milioni sono obesi.
Un costo insostenibile per molti Paesi
Le economie più fragili, in cui i servizi sanitari nazionali hanno difficoltà nel sostenere le spese per far fronte alle malattie infettive, non dispongono di fondi per combattere le patologie legate all’obesità. L’impatto più devastante si registra nei Paesi a medio reddito del Medio Oriente ed America Latina, in cui le assicurazioni nazionali hanno tentato di aumentare i premi fino ad una certa soglia che non può essere superata. Una misura adottata in molti Paesi è stata la tassazione sulle bevande zuccherine, che si sta rivelando utile ma non esaustiva.
La situazione nelle economie più forti
L’obesità rappresenta un peso anche per le economie più solide, secondo quanto evidenziato dall’OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Le proiezioni evidenziano un costante aumento dei tassi di obesità nei Paesi ricchi fino al 2030, con picchi negli USA (47% della popolazione), in Messico (39%) ed in Gran Bretagna (35%). Sono previsti valori molto inferiori per l’Italia (13%). Secondo quanto riporta il “The Guardian”, gli Stati Uniti passeranno da un totale del 34% di obesi nel 2014 ad un potenziale 41% nel 2025, con un aumento del costo per la sanità nazionale da 324 a 555 miliardi di dollari.