Per correlazione si intende una particolare proprietà tra variabili, ovvero i loro valori sono legati in qualche maniera. Quando c’è una correlazione non necessariamente c’è anche un nesso di causalità. Per la dottrina economica e finanziaria è fondamentale capire se tra due o più variabili vi è semplice correlazione o se vi è una relazione di causa-effetto. Ad esempio, tra il PIL tedesco e le esportazioni italiane probabilmente vi sarà una nesso di causalità (la teoria economica afferma infatti che l’incremento del reddito nazionale è spesso accompagnato da un aumento della propensione ad importare), mentre tra il PIL tedesco e l’inflazione francese vi sarà semplice correlazione. In termini finanziari, il grado di correlazione è utile per gestire il rischio: si potrebbero acquistare titoli negativamente correlati per diminuire il rischio.
Come distinguere la correlazione dal rapporto di causa-effetto
Modelli e test econometrici spesso devono affrontare il problema di distinguere i rapporti di correlazione da quelli di causa effetto. Numerosi studiosi hanno proposto diverse soluzioni. Fra queste, quella di Robert Engle e Clive Granger è valsa ai due il premio Nobel per l’Economia nel 2003. La procedura a due stadi di Engle e Granger consente di valutare se tra le variabili vi è semplice correlazione spuria o se vi è cointegrazione. In pratica, se il legame è solo casuale o se realmente l’andamento di una variabile influenza quello di un’altra.
Casi esemplari
L’esempio dei pirati
Un caso di correlazione salito alla ribalta nel 2005 fu quello che lega il riscaldamento climatico al numero di pirati. Bobby Henderson, come protesta per una decisione del Kansas State Board of Education, ovvero l’obbligo di insegnare il creazionismo nelle scuole, mostrò con un semplice esempio che correlazione non implica causalità. I credenti più estremisti, come argomento a favore dell’obbligo di insegnare il creazionismo, legavano l’aumento di disastri ambientali alla mancanza di fede. Per ribattere, Henderson mostrò come, allo stesso modo, prendendo dati in correlazione senza analizzare il loro effettivo collegamento causale, si poteva anche sostenere che il numero di pirati nel mondo fosse diminuito in conseguenza all’aumento della temperatura terrestre.
Il rapporto fra debito pubblico e crescita economica
Fra i casi di correlazione legati all’economia è stato rilevante il paper “Growth in a Time of Debth”, pubblicato sull’American Economic Review nel 2010. In questo studio si afferma che c’è una forte relazione causa-effetto tra debito pubblico e crescita economica. Al di là degli errori contenuti nel paper (mancanze nel database, esclusione di alcuni Stati), si nota un nesso causale diretto tra un alto rapporto debito/PIL e la crescita.
Lo studio è stato poi corretto, all’inizio per alcuni Paesi ad alto debito si sosteneva una decrescita, mentre in realtà vi è crescita. Come si nota nel paper originale veniva presentata una media di crescita sempre negativa (-0,1%) per i Paesi con debito pubblico alto (debito/PIL >90%). Dopo la correzione degli errori venne presentata una situazione diversa ma simile: i Paesi con debito maggiore crescono solo poco meno di quelli a basso debito.
La questione correlazione vs causalità è forse una delle più sensibili nella scienza economica. Essa, infatti, gioca un ruolo importante anche nella comunicazione politica orientata al processo elettorale tramite l’uso di tecniche distorsive, legando variabili sconnesse per mostrare collegamenti inesistenti. (Se vuoi approfondire la questione di correlazione e causalità clicca qui)
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