Con il termine bolla speculativa si definisce un periodo in cui un asset sperimenta scambi di volumi elevati a prezzi molto deviati dai valori intrinseci o fondamentali. Si tratta di una situazione in cui i prezzi alti sono sostenuti dall’entusiasmo degli investitori piuttosto che da una stima del valore reale dell’asset.
Il fenomeno delle bolle speculative non è nuovo, infatti già nel XVII secolo ebbe luogo la famosa “bolla dei tulipani” e, un secolo dopo, ci fu la “bolla dei mari del Sud”. I passaggi che portano alla formazione di una bolla sono sempre analoghi. Un importante contributo a riguardo è stato quello offerto dallo studio “Rodrigue et al.” nel 2009. È possibile identificare quattro differenti stadi nelle bolle: la Stealth Phase, l’Awereness Phase, la Mania Phase ed infine la Blow off Phase.
Stealth Phase
La prima fase è la Stealth Phase. Qui gli investitori esperti con un maggiore accesso alle informazioni (Smart Money) si rendono conto che esiste una potenziale significativa crescita di valore di un titolo, di un settore o di un bene. Durante questo stadio iniziale è quasi impossibile prevedere che si formerà una bolla speculativa.
Awereness Phase e mania Phase
Dopo la Stealth Phase si entra nella seconda fase, l’Awereness Phase, dove i maggiori investitori istituzionali spingono i prezzi più in alto facendo grossi investimenti. Solo a questo punto l’investitore inesperto, spronato perlopiù dai media, scopre il “potenziale” di guadagno. Inizia così la Mania Phase, in cui i fattori psicologici diventano la prima causa di crescita del valore virtuale.
Blow off Phase
Il prezzo continua a crescere in maniera sempre più rapida, fino a quando si raggiunge un livello tale che gli investitori più prudenti si preoccupano e cominciano a vendere. L’esempio viene seguito da altri investitori e, come una valanga, la deflazione dell’asset aumenta a ritmi sempre più veloci fino a che il panico non si impadronisce del mercato. Quest’ultimo stadio è detto Blow off Phase.
Contro l’efficienza del mercato
“Efficient Market Hypothesis” (EMH) è una delle più importanti teorie economiche, considerata da molti economisti una delle colonne portanti della teoria finanziaria. Sviluppata da Eugene Fama nel 1965, tale teoria afferma che i mercati finanziari sono efficienti in base alla qualità ed all’affidabilità delle informazioni disponibili. Il prezzo di un asset, infatti, rifletterebbe tutte le informazioni note al pubblico su di esso.
Con bolla speculativa si intende il periodo in cui il prezzo di un asset devia dal suo valore intrinseco. Questa definizione è in contraddizione con la teoria dei mercati efficienti. Le bolle speculative sono una prova dell’inefficienza dei mercati (è opportuno segnalare che alcuni sostenitori dell’EMH hanno dato comunque una spiegazione a questo fenomeno, le “Bolle razionali”). L’uomo, al contrario di quanto afferma Fama, non sempre agisce in modo razionale quando governato da emozioni “forti”, come paura ed entusiasmo. Per questo non è possibile eliminare la questione psicologica e sociale insita nei mercati finanziari.
Teoria della retroazione (Feedback loop theory)
Rivoluzione della tecnologia informatica, riduzione dell’inflazione, economia dell’illusione monetaria. Questi sono alcuni dei “fattori acceleranti” che il premio Nobel R. Shiller dipinge come la “superficie” della bolla speculativa nel suo libro “Euforia irrazionale”. Insieme questi fattori hanno creato una sorta di psicologia auto-gratificante nei confronti del mercato azionario supportando la formazione delle bolle. È proprio in questo contesto che la retroazione rafforza la fiducia dell’investitore.
La teoria della curva di retroazione fa riferimento ad un susseguirsi di effetti a catena, per cui il primo aumento del prezzo, che garantisce guadagni per gli investitori esperti, agisce retroattivamente sul secondo aumento del prezzo causato dall’interesse di nuovi investitori. Il secondo round retroagisce sul terzo, il terzo sul quarto round e così via. Questo meccanismo si fonda sulle “aspettative adattive”, secondo cui i passati aumenti dei prezzi generano l’aspettativa di ulteriori rialzi.
Bolle speculative come schemi di Ponzi spontanei
Durante gli anni 1996-1997 in Albania ebbe luogo un tragico evento che portò alla morte di numerose persone e annesse dimissioni del Primo Ministro Aleksander Meksi. La causa? Alcuni schemi Ponzi che promettevano alti tassi di rendimento. Gli schemi Ponzi sono la dimostrazione di come la retroattività giochi un ruolo chiave nei mercati finanziari.
Lo schema di Ponzi prende il nome dal suo inventore, Charles Ponzi. Si tratta di sistemi a struttura piramidale con cui i truffatori basandosi su grandi promesse di profitto, reclutano i primi investitori. A questi garantiscono ingenti guadagni, per far sì che reclutino a loro volta nuovi investitori. Gli investitori iniziali soddisfatti dei loro profitti cominciano infatti a raccontare la loro storia di successo ad altri, che si aggregano allo schema. In modo simile ad una bolla speculativa gli schemi sono destinati a crollare rovinosamente, infatti il loro valore è sostenuto solo da fattori psicologici.
Paragonando le bolle speculative agli schemi di Ponzi salta immediatamente all’occhio una certa somiglianza strutturale che induce a sostenere che la bolla speculativa è una sorta di schema Ponzi “naturale”. In effetti, man mano che i prezzi salgono, svolgono una doppia funzione, ovvero ricompensare i primi investitori ed attirare l’attenzione di un secondo gruppo di investitori che attirano un terzo, poi un quarto e così via fino al collasso.
Prevedere le bolle finanziarie
Le dinamiche delle curve di retroazione generano comportamenti complessi e apparentemente casuali, in matematica si dice non-lineari. E’ proprio la matematica lo strumento più utile per tentare di prevedere gli scoppi delle bolle finanziarie.
Con “Sornette et al.” del 1996, ispirandosi a precedenti lavori sulla previsione dei terremoti, si propone un modello secondo cui le serie storiche finanziarie osservate durante le bolle presentano le stesse proprietà delle attività sismiche. Entrambe giungono ad un “punto critico” che indica lo scoppio di una bolla o, nel caso di un’attività sismica, l’inizio di un terremoto. Sostengono inoltre che tutte le bolle speculative sono il risultato di dinamiche endogene, contraddicendo l’ipotesi del mercato efficiente.
Secondo il modello che prende il nome di “Log-Periodic Power Law model” (LPPL model), i prezzi degli asset durante una bolla speculativa, grazie alla retroazione positiva, subiscono una crescita super-esponenziale (la crescita precedente spinge la crescita successiva e così via), oscillando attorno a questa rapida evoluzione. L’ampiezza delle oscillazioni diminuisce man mano che la bolla si avvicina al suo picco e quando l’ampiezza diventa zero significa che il sistema cambierà regime, il che potrebbe essere un crollo o una stabilizzazione. Sornette e il suo team con questo modello son riusciti a prevedere gli scoppi di tante delle bolle finanziarie di questi ultimi due decenni.