È quasi mezzanotte del 20 Gennaio 2001. Bill Clinton, nel suo ultimo giorno da Presidente degli Stati Uniti d’America, ha appena firmato un “presidential pardon” per Marc Rich, il padre della multinazionale Glencore. Accusato di tradimento e frode fiscale, Rich si era rifugiato in Svizzera, da dove ha continuato le sue operazioni da trader sfuggendo ai ripetuti tentativi dell’FBI di riportarlo in patria. Come si è arrivati a questa incredibile situazione?
La nascita di un personaggio
Torniamo indietro di più di mezzo secolo. Marcel David Reich nasce nel 1934 ad Anversa da una famiglia di ebrei ortodossi. Nel 1940 scappa con i genitori su una Citroën usata comprata dal padre in cambio di tutti i loro averi. La loro fuga li porta ad attraversare tutta la Francia fino a Marsiglia, per poi imbarcarsi verso l’Australia. Viene bloccato nello Stretto di Gibilterra e detenuto per mesi in un campo rifugiati in Marocco, da dove suo padre riesce a contattare la sorella negli USA, tramite la quale ottengono asilo. Si trasferiscono a Filadelfia, poi Kansas City e infine New York.
Marcel cambia il proprio nome in Marc e il cognome in Rich. Dopo la scuola si iscrive all’università, ma lascia gli studi dopo il primo anno per lavorare per Philipp Brothers, al tempo il più grande commerciante in materie prime. Lì Marc, non senza frustrazione ma lavorando umilmente, fa anni di gavetta e back office, imparando i segreti del mestiere e aspettando il suo momento. Momento che arriva con un primo importante assignment in Bolivia, dove impara perfettamente lo spagnolo e a fare affari con i sudamericani. Grazie alle conoscenze lì acquisite, a soli ventiquattro anni viene mandato a trattare col nuovo governo di Castro dopo la rivoluzione comunista a Cuba, dove riesce a sbloccare gli asset della compagnia, che erano stati nazionalizzati dai comunisti, ma non solo: torna a casa addirittura con contratti di lungo termine per forniture minerarie. Marc viene poi assegnato all’ufficio di Madrid, dove stringe contatti con il governo fascista e amplia ulteriormente il business di Philipp Brothers. Se pensate che questo basti a definire il successo di quest’uomo, è ancora presto. La svolta per Marc Rich arriva con una fondamentale intuizione: creare un mercato per il petrolio. Fino ad allora il mercato mondiale del petrolio era dominato dalle “sette sorelle”. Il primo embargo del 1973 cambia completamente il mercato, e Marc intuisce l’enorme opportunità. Crea un mercato spot per il petrolio, lo espande e tramite ripetuti arbitraggi fa la fortuna di Philipp Brothers.
La messa in proprio
Marc pensa che sia questo il momento per essere ricompensato, e chiede un bonus di 500’000 dollari al board di Philipp Brothers, che gliene offre “solo” 150’000. Per Marc è troppo. Abbandona la compagnia portandosi dietro i suoi collaboratori più stretti e fonda Marc Rich &Co. nell’Aprile del 1974. Insieme ai suoi fidati collaboratori Marc espande il proprio business, generando enormi profitti. L’affare più redditizio risulta essere possibile grazie ai rapporti stretti con Israele e Iran negli anni precedenti. Commerciare petrolio iraniano, però, segnerà l’inizio della fine per Marc. Infatti, nonostante i pessimi rapporti diplomatici, Israele poteva soddisfare gran parte del suo fabbisogno energetico grazie a Marc, che faceva da middleman con l’Iran. Questo rapporto privilegiato, tuttavia, causa l’attenzione dell’FBI e del DOJ statunitense. Grazie a una soffiata, vengono a sapere che Marc ha continuato a fare affari con l’Iran nonostante le sanzioni americane. Addirittura, Rich firmava accordi durante la crisi degli ostaggi del ’79. Marc, che fino a quel momento era sempre riuscito a non attirare troppe attenzioni su di sé, si ritrova invischiato in un caso giudiziario, fiscale ma soprattutto politico. Decide di fuggire in Svizzera, mossa che danneggerà la sua posizione nei processi ma che gli permetterà di continuare a lavorare. Infatti, essendo Marc Rich and Co. basata in Svizzera, non era soggetta alle sanzioni americane contro Teheran: questa sarà la motivazione principale degli avvocati di Marc nel strutturare la sua difesa in un processo che viene trascinato per anni. Nonostante ripetuti tentativi di rapirlo e riportarlo in USA da parte del’FBI (la Svizzera non concede l’estradizione), Marc riesce a rimanere ben saldo alle redini della compagnia, e anzi a continuare a fare affari negli angoli più oscuri del pianeta, dalla Libia di Gheddafi al Sudafrica dell’Apartheid.
Il declino
Negli anni novanta, con l’avvento della globalizzazione e la diminuzione delle possibilità di arbitraggio dovute alla maggiore disponibilità di informazioni, gli affari iniziano a peggiorare. Ripetuti divorzi, il vivere sempre sotto scorta guardandosi le spalle (il suo capo della security era un ex colonnello delle IDF e ufficiale del Mossad) e non ultima l’impossibilità di stare al fianco della figlia negli USA mentre veniva lentamente consumata dalla leucemia hanno rappresentato duri colpi per Marc. Questi eventi lo portano a perdere lentamente il polso dell’azienda, il management si ribella e Marc viene costretto a vendere le sue quote. La nuova compagnia viene chiamata Glencore (GLobal ENergy, COmmodity and REsources), e diventerà un colosso da 220 miliardi di dollari di fatturato nel 2018.
Ritorno all’epilogo
Torniamo al 20 Gennaio 2001: il presidential pardon concesso da Bill Clinton non sarebbe stato possibile senza l’intercessione del Mossad e di Israele per Marc. Infatti fu proprio Ehud Barak, ai tempi primo ministro israeliano, a scendere in campo personalmente per Marc, in forza dell’amicizia dimostrata al popolo israeliano negli anni e al suo spendersi per un processo di pace con i palestinesi.
Cosa possiamo imparare dalla vita di Marc Rich? Sicuramente che il duro lavoro paga sempre e che da ogni avversità si può ricavare qualcosa di proficuo. Ma soprattutto l’approccio a lungo termine, l’essere disposti a sacrificare il profitto iniziale per quelli futuri e l’importantissimo mantra: “value for value”: il segreto per fare affari è guardare alla controparte come un partner, e allo scambio come un processo che genera valore per entrambe le parti: unica chiave per avere delle relazioni durature e profittevoli.
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