Oggi più che in ogni altro periodo storico si è portati ad avere fede nell’universalità delle analisi matematiche e nella possibilità di utilizzarle per fare previsioni certe. In realtà i modelli teorici sono soggetti ad importanti limiti pratici, in particolare all’impossibilità di prendere in esame davvero tutti i fattori in gioco. Le previsioni non sono mai certe, rappresentano solo il modo più probabile in cui si svilupperanno gli eventi.
Prevedere con precisione il punto in cui atterrerà un corpo dopo una lunga caduta è quasi impossibile. Si possono svolgere alla perfezione calcoli che incorporino grandezze come velocità, massa ed accelerazione ma comunque fallire nell’impresa. Se il corpo cade per un breve tragitto la stima risulterà molto semplice e precisa ma più questo cade dall’alto più il margine di errore si allarga. Infatti entrano in gioco sempre più variabili.
Deviazioni imprevedibili
Delle variazioni anche infinitesimali nelle condizioni iniziali di un evento possono portare a notevoli differenze nei risultati finali. Questo è quanto afferma la Teoria Del Caos, sviluppata agli inizi degli anni ’60. Più ci si allontana dal momento iniziale più aumentano i fattori da considerare.
Entrando nel mondo dell’economia e della finanza, economisti ed econometrici tentano, nelle loro analisi, di organizzare i dati storici tramite correlazioni statistiche. Essi cercano di creare modelli che stimino quello che accade nelle relazioni economiche tra gli agenti, in modo da simulare l’andamento futuro dei mercati. Tuttavia, tali studi possono portare solo a sapere come è probabile che la situazione economico-finanziaria si evolverà, senza garanzie che le cose andranno davvero come previsto.
I cigni neri
Gli esseri umani si scambiano informazioni fra loro sin dall’inizio della Storia e queste devono essere “immagazzinate”. Nel farlo, la mente umana registra con più facilità le notizie “narrate”. Infatti, è più facile prestare attenzione ad un singolo caso eclatante piuttosto che ad una statistica. Questo è un residuo del pensiero primitivo, un elemento che oggi è diventato controproducente.
Alcuni rari eventi che si verificano in economia e finanza sono riscontrabili nella definizione di cigno nero fornita dall’illustre economista Nassim Nicholas Taleb. I cigni neri sono accadimenti non prevedibili ex-ante, con un impatto consistente sullo stato delle cose. Questi per definizione rappresentano eccezioni, tuttavia vengono percepiti dall’opinione pubblica più delle statistiche. Deve essere chiaro che i cigni neri sono fenomeni al di fuori di ogni possibile previsione, ovvero eventi molto improbabili.
Tenendo presente la percezione dei soggetti verso tali eventi, è possibile suddividere i cigni neri in 2 categorie:
- quelli narrati con tale insistenza dai media che gli individui tendono a sovrastimare la loro probabilità di accadimento;
- quelli di cui nessuno tratta, che portano a sottostimare le loro probabilità di accadimento.
Ridurre la dimensione
Tenere in considerazione ogni possibile evento del mondo, cigni neri compresi, all’interno di un sistema complesso come lo è quello economico-finanziario è impossibile. Per questo motivo i modelli di previsione sono spesso semplici, non costruiti per stimare l’improbabile.
Tecnici ed economisti considerano quasi sempre il mondo come lineare, limitandosi a poter spiegare solo una parte di esso. Ciò che non è lineare viene considerato come eccezione del momento ed immagazzinato nel dataset.
La casualità gioca un ruolo fondamentale nella società umana. Basti pensare che tantissime invenzioni che hanno cambiato il mondo erano state pensate per scopi differenti da quelli per cui sono utilizzate.
Si potrebbe pensare di prevedere i movimenti dei prezzi dei titoli solo a condizione che tutto rimanga statico senza trasformazioni o cambiamenti.