Diverse testate giornalistiche stanno puntando il dito, in questi giorni, contro Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio della Camera e deputato parlamentare per il partito della Lega.
Tutto è iniziato con un tweet di Borghi il 28 agosto:<< Quasi dopo un anno ho venduto i Titoli di Stato che avevo comperato. Anche in questo caso non è assolutamente un consiglio ma una semplice informazione che vi do in totale trasparenza.>>
Questa dichiarazione è avvenuta poco dopo la caduta del governo gialloverde, che vedeva proprio il suo partito, la Lega, come detentore della maggioranza. Ciò ha portato l’agenzia newyorkese, Bloomberg, a “fare i conti in tasca” al deputato per aver speculato sulla <<scommessa errata>> del suo leader Matteo Salvini (la scommessa sarebbe quella di far cadere il governo per ricostruire un nuovo esecutivo a maggioranza centrodestra).
Secondo Bloomberg, Borghi ha comprato a fine settembre 2018 BTP a dieci anni con un rendimento del 3,15%, rivendendoli un anno dopo con lo spread in picchiata e rendimenti sotto l’1%. Il guadagno stimato dalla multinazionale e poi confermato dallo stesso Borghi sarebbe di circa il 25%.
La diatriba sarebbe nata poiché il deputato della Lega, essendo un fervente euroscettico, avrebbe portato all’aumento dei rendimenti dei titoli di stato italiani con dichiarazioni forti sul rapporto Italia-Ue, per poi invece sfruttare la discesa dello spread e dei rendimenti dovuta alla nuova prospettiva politica Pd-M5s, post sconfitta del leader leghista Salvini.
La replica all’agenzia non si è fatta attendere affermando che << il rendimento del BTP stava scendendo ormai da sette mesi>> e << finché la Lega è rimasta in maggioranza ho tenuto i BTP, se si fosse andati a elezioni li avrei tenuti>>.
Quindi la mossa di Borghi sarebbe semplicemente una mancanza di fiducia verso soprattutto il Partito Democratico? Sicuramente le sue dichiarazioni sono state molto trasparenti ma non bisogna dimenticare che Borghi i mercati li conosce molto bene, essendo stato un trader, iniziando giovanissimo a 19 anni prima con Deutsche Bank e poi con Merril Lynch.
Tirando le somme non è chiaro se la vicenda possa essere interpretata come una speculazione finanziario-politica a discapito degli alleati o come un attacco indiretto ad un partito che non è proprio ben visto dalle istituzioni internazionali più moderate.