Gli Swaps sono tra i contratti derivati maggiormente negoziati nei mercati finanziari e Over the Counter (OTC), dal momento che rivestono un ruolo fondamentale nell’hedging. Dalla loro introduzione nel 1994 ad opera di una dirigente di JP Morgan, il loro utilizzo è cresciuto incredibilmente ed oggi risultano uno dei più moderni strumenti di copertura dei rischi.
Il funzionamento degli Swaps è molto semplice: essi prevedono che due controparti A e B si scambino somme di denaro in base alle specifiche del contratto stesso. Si ha così uno scambio di flussi di cassa tra gli attori coinvolti nel contratto in base all’attività finanziaria sottostante.
La natura del sottostante permette di distinguere diverse tipologie di Swaps, elencate di seguito.
- Interest Rate Swap (IRS): è un contratto che prevede lo scambio periodico di flussi di cassa, a date future prestabilite e fino a scadenza, calcolati sulla base di una somma prestabilita. In tale contratto il soggetto A paga un tasso fisso al soggetto B, che invece versa al soggetto A un tasso di interesse variabile (generalmente connesso al LIBOR o all’Euribor).
Un tipico esempio di IRS è il seguente:
Il soggetto A, che deve pagare un tasso variabile pari a LIBOR + 0.1% su un capitale di 100M per coprirsi decide di pagare un tasso di interesse fisso pari al 5% al soggetto B che, come corrispettivo, versa un tasso di interesse variabile connesso al LIBOR. Appare evidente che quando il tasso variabile risulta essere superiore al tasso fisso il soggetto A ha un guadagno e riceve la differenza tra i due tassi applicata al capitale di riferimento; il meccanismo opposto avviene invece quando il tasso variabile è inferiore al tasso fisso.
- Currency Swap (CS): è un contratto per cui «le controparti si scambiano flussi di denaro in valute diverse calcolati utilizzando tassi di interesse che vengono applicati su due somme di denaro denominate in due valute diverse». [Borsa Italiana]
- Commodity Swap: è un contratto dove due controparti si scambiano un flusso di pagamenti indicizzati al cambiamento di valore di una commodity da una parte, contro un tasso fisso dall’altra. In questo caso quindi il nozionale di riferimento non è costituito da una somma di denaro, ma da una determinata quantità di materia prima, a cui si riferisce lo Swap.
- Equity Swap: in tale tipologia di contratto, simile a quella degli IRS, due parti si scambiano flussi di denaro variabili. Infatti, mentre il soggetto A paga al soggetto B una somma calcolata sulla base di un tasso variabile, il soggetto B paga al primo soggetto una somma di denaro variabile calcolata utilizzando la performance di un titolo o di un indice azionario in un dato intervallo di tempo.
- Credit Default Swap (CDS): diventati universalmente noti durante la recente crisi finanziaria, essenzialmente essi sono dei contratti di assicurazioni che, a fronte del pagamento di un premio periodico, garantiscono protezione nel caso di fallimento dell’azienda di riferimento. Si ha quindi un trasferimento del rischio di credito tra due controparti.
Gli Swaps tuttavia non vengono utilizzati soltanto per finalità di hedging, ma sono anche un ottimo strumento per sfruttare opportunità di arbitraggio e per fini speculativi ed è proprio per tali ragioni che risultano uno degli strumenti derivati più scambiati.
Tuttavia, una criticità legata al loro utilizzo è dovuta al fatto che questi strumenti sono generalmente negoziati in mercati OTC, e per questo motivo il rischio di controparte è rilevante. Per tale motivo, a partire dal 2007, si sono diffusi dei contratti Swap standardizzati che vengono negoziati nei mercati regolamentati, come altre tipologie di derivati. In tal modo il meccanismo del mantenimento dei margini aiuta a ridurre il rischio di controparte e il rischio di credito.