In Francia, al confine con la Liguria, sono stati rilevati dei casi di Xylella, il batterio che dal 2013 sta sterminando gli ulivi pugliesi. Gli alberi infetti erano solo due, eppure fu proprio così che, da pochi esemplari malati a Gallipoli, scoppiò l’epidemia nel Salento. Un’epidemia che anche oggi è lontana dall’essere risolta, con la produzione di olio salentino che nell’ultimo anno è calata del 90%.
L’allarme di Coldiretti
L’arrivo della Xylella in Francia, secondo Coldiretti, dopo la Puglia è sintomo di un problema del controllo merci ai confini dell’Unione Europea. Infatti, denuncia Coldiretti, sono necessari esami più accurati sui materiali organici importati, potenzialmente infetti, di Xylella o altro.
Per quanto riguarda la Francia l’ente italiano ha chiesto la massima attenzione, dopo che in Puglia lo stesso batterio ha provocato danni stimati in 1.2 miliardi di euro, con centinaia di posti di lavoro andati in fumo.
La scarsa reattività nel Sud Italia
Tempi di reazione lenti, con il problema messo in secondo piano per via delle poche piante infette registrate all’inizio, sono stati la causa di un vero disastro. L’amministrazione italiana è colpevole di molte mancanze nello gestire il problema. Tuttavia, questo anche a causa delle proteste contro l’abbattimento degli ulivi sani intorno alle aree contaminate, azione necessaria per bloccare il contagio.
La Corte di Giustizia UE, pochi giorni prima dei casi di Xylella in Francia, ha accolto il ricorso della Commissione Europea contro i ritardi negli interventi ed i troppo scarsi controlli svolti dalle amministrazioni locali italiane sugli ulivi.