La storica compagnia aerea britannica Thomas Cook, dopo 178 anni di storia, è stata costretta a dichiarare bancarotta. La società, che era la più antica al mondo nel suo settore ed offriva anche servizi di tour operator, non è riuscita a trovare un accordo con i suoi creditori. Con il fallimento della Thomas Cook sono a rischio 22.000 posti di lavoro nel mondo, 9.000 solo in Gran Bretagna.
Sulla Thomas Cook gravava un debito complessivo superiore a 1.3 miliardi di sterline, in costante aumento a causa del brusco calo delle prenotazioni negli ultimi anni. La minore domanda per la compagnia aerea, secondo il suo ex CEO Peter Frankhauser, è stata dovuta alle incertezze del pubblico a causa della Brexit. Infatti la Thomas Cook operava soprattutto nell’ambito delle vacanze in Gran Bretagna e dalla Gran Bretagna verso l’estero.
La bancarotta della Thomas Cook è arrivata nonostante gli investimenti effettuati per evitarla, compreso il grosso finanziamento, ad agosto 2019, da parte di Fosun, società cinese maggiore azionista della compagnia aerea britannica.
Tutti i voli annullati
Tutti i voli della Thomas Cook previsti per il futuro sono stati annullati. La società ha però rassicurato i clienti che avevano prenotato un pacchetto vacanze, questi infatti erano coperti da assicurazione e quindi il loro prezzo sarà rimborsato, per intero o quasi. Il vero problema è per quelli che, trovandosi in vacanza all’estero, si sono trovati il volo di ritorno annullato. Per questo la Civil Aviation Authority, un ente governativo di Londra, si occuperà di andare a recuperare i turisti britannici in difficoltà.
Tuttavia questo non ha risparmiato problemi a molti turisti. Infatti la Thomas Cook offriva anche servizi di tour operator, quindi si occupava di pagare gli alberghi e tutti i servizi legati alla vacanza. Diversi clienti della compagnia fallita si sono visti trattenere, anche con strumenti legali, nei paesi dove sono ospiti, con gli operatori degli hotel e di altri servizi che temono di non venire pagati.