Il Climate Summit
È in corso la 74ª Sessione dell’Assemblea Generale ONU, che si riunisce annualmente a New York. Tra i temi più discussi vi è sicuramente la questione ambientale, che è stata affrontata nella giornata di ieri nel Climate Summit. Il Segretario Generale Antonio Guterres ha ordinato che solamente i Paesi che avessero presentato piani per la riduzione delle emissioni di co2 avrebbero potuto prendere parola. Tra i presenti Cina, India, Germania, Regno Unito e Italia con Conte e Di Maio al proprio debutto. Ma i veri protagonisti sono stati chiaramente Greta Thunberg e Donald Trump. Se la partecipazione della prima era già programmata da mesi, visto che la giovane attivista ha scelto di raggiungere New York via mare, con una traversata di due settimane, Trump ha invece stupito tutti apparendo all’ultimo minuto, nonostante avesse dichiarato che non si sarebbe presentato.
Thunberg ha avuto modo di ribadire la propria rabbia, e della sua generazione, verso l’operato dei potenti del mondo, che sono accusati di non aver fatto abbastanza per evitare la crisi climatica che stiamo affrontando. Ma le cose potrebbero cambiare, grazie ad un rinnovato impegno da parte di tante nazioni e privati.
Le promesse
Come si legge nel documento ufficiale della chiusura del Summit, sono tante le promesse fatte. La notizia principale è che 77 Paesi si impegneranno di raggiungere emissioni zero di anidride carbonica (al netto) entro il 2050. Ma la strada verso il verde è stata ufficialmente intrapresa anche dal settore privato: 87 aziende, dal valore totale di 2300 miliardi di dollari, asset-owner che dirigono più di 2000 miliardi di investimenti e 130 banche allineeranno il proprio business per accelerare la risposta ai cambiamenti climatici . La Francia ha preso una posizione molto forte, annunciando che non stringerà accordi commerciali con nazioni che intraprendono politiche contrarie agli accordi di Parigi. La Russia sarebbe dunque rimasta esclusa se non avesse deciso, proprio a questo Summit, di firmare anche lei gli accordi, portando il numero di aderenti a 187. L’Italia è tra le nazioni che lavoreranno alla riduzione dell’uso di carbone per la produzione di energia elettrica, ma su questo campo il più influente potrebbe essere Michael Bloomberg, la cui politica di investimenti ha aiutato a chiudere più della metà delle centrali a carbone degli Stati Uniti.