Dietro alla manutenzione insufficiente che ha portato al crollo del ponte Morandi, il 14 agosto 2018 a Genova, c’è stata una precisa volontà di ridurre al minimo i costi. Questo è emerso dalle indagini su Atlantia, che sono dirette da Ivan Bixio e Gianpaolo Lo Turco, ufficiali della Guardia di Finanza. Lo scopo dei dirigenti della società colpevoli sarebbe stato quello di attrarre investitori, falsando i report sullo stato di salute delle strutture.
Le operazioni di mercato del 2017
Nel 2017 la famiglia Benetton ha messo in vendita il 12% di Atlantia, questo sia per raccogliere capitali sia per avere fra gli azionisti enti che avrebbero potuto sostenere i progetti della società. Per il 12% delle quote, i Benetton incasseranno 1,48 miliardi di euro. Il 6,97% sarà acquisito dalla tedesca Allianz mentre il 5,03% dal fondo sovrano cinese Silk Road Fund.
L’iniezione di liquidità ottenuta grazie alla vendita delle quote permise ad Atlantia di acquisire Abertis, corrispettiva spagnola della società italiana.
Le prove contro i dirigenti
Durante una riunione interna all’Aspi, ente di controllo che insieme a Spea si occupa di verificare lo stato di salute delle infrastrutture per i trasporti per conto di Atlantia, sono state registrate affermazioni incriminanti che fanno luce sulla vicenda. Ad essere finito sotto la lente di ingrandimento per le sue parole è stato Michele Donferri Mitelli, dirigente capo nazionale delle manutenzioni per Atlantia.
Negli audio entrati in possesso delle forze dell’ordine Mitelli parla in maniera esplicita di dover contenere al massimo i costi per riuscire a rispettare gli obbiettivi promessi ai nuovi investitori tedeschi e cinesi. Fin qui non c’è niente di illegale, se non fosse per il fatto che, per restare in regola, Mitelli faceva anche forti pressioni sui responsabili dei controlli per far falsificare i report.
Ad insospettire gli inquirenti sui controlli commissionati da Atlantia è stato il fatto che le riunioni fra gli amministratori di Atlantia e quelli di Aspi e Spea si tenevano sempre nella massima segretezza. Il dirigente di Spea Marco Vezil aveva, però, l’abitudine di registrare di nascosto gli incontri, infatti sarà proprio sul suo computer che la Guardia di Finanza troverà le prove contro Mitelli ed Atlantia.
Nuovi guai legali
Se le indagini processuali dovessero confermare le accuse, Atlantia sarebbe copevole di aver manipolato i dati con il preciso scopo di presentare agli investitori un quadro più positivo di quello reale. Questo presentando come in buone condizioni ed a norma strutture che in realtà necessitavano lavori di ristrutturazione. Per un’azione di questo tipo la società dei Benetton potrebbe ricevere anche cause legali, con richieste di rimborso molto salate, da Allianz e da Silk Road Fund.
Irregolarità non solo nel ponte Morandi
I report falsificati riguardavano diverse altre strutture oltre al Ponte Morandi. In particolare ha causato molta preoccupazione la caduta di alcuni calcinacci dal ponte del Bisagno, a Roma. Tuttavia, secondo le ultime analisi commissionate dagli inquirenti, nessuna struttura è in pericolo urgente ma molte non sono a norma.