La moderna Svezia è da tempo impegnata in una battaglia per combattere in maniera definitiva il riciclaggio e l’evasione fiscale: diventare la prima economia cashless al mondo.
La strada intrapresa dal paese scandinavo ha già portato i primi risultati, riuscendo a ridurre la quantità di denaro in circolazione al livello più basso dagli anni novanta ad oggi; il tutto è stato reso possibile grazie a politiche che consentono agli esercenti di rifiutare il denaro contante, e danno a chiunque la possibilità di pagare con carta, bancomat o app in qualsiasi luogo – anche nei bagni pubblici – essendo presente mediamente un terminale pos ogni 5 abitanti.
Non c’è da stupirsi infatti se ad oggi in Svezia l’80% dei pagamenti viene effettuato con metodi di pagamento alternativi al contante, e nel 2017 soltanto il 25% degli svedesi ha utilizzato il contante almeno una volta a settimana, mentre il 36% utilizza il contante in misura non maggiore di due volte l’anno. La Svezia però non è l’unica nazione che ha adottato tale strategia; infatti sul podio delle nazioni che usano meno denaro contante troviamo anche Finlandia e Danimarca, subito seguite da Regno Unito e dall’Australia che ha come obbiettivo quello di diventare un paese cashless addirittura entro il 2020. Seguono poi Irlanda, che ha registrato il più alto aumento di transazioni pro capite, e Polonia, dove la Fondazione Cashless Poland, a Gennaio 2018, ha introdotto il “Cashless Payment Support Programm”, che ha come obbiettivo quello di installare entro tre anni circa 600.000 terminali negli esercizi che ancora non ne posseggono uno. L’installazione dei POS è gratuita, e nei dodici mesi successivi vi è la possibilità di ottenere l’esenzione dal pagamento di tutte le commissioni. Anche in questo, purtroppo, l’Italia è fanalino di coda: infatti nella nostra penisola circolano circa 35 miliardi in banconote e in termini di pagamenti elettronici peggio di noi fanno solo Romania, Grecia e Bulgaria. Neanche a dirlo è la Lombardia la regione dove questo tipo di pagamenti è più frequente.
È chiara l’intenzione di chiunque di trasformare la nostra società in una “cashless society” ed è un segnale vedere colossi come Apple, Samsung, o Google investire in questo tipo di mercato legato ai pagamenti digitalizzati, attraverso la creazione di sistemi di pagamento per smartphone come Apple Pay o Samsung Pay. Secondo tanti studiosi, inoltre, la digitalizzazione e i metodi di pagamento “Smart” potrebbero influire positivamente sull’economia, riducendo i costi di gestione del contante ed incentivando i consumi: è un dato di fatto che pagare con carta ci faccia spendere di più non avendo una percezione diretta con le banconote. Infine è importante sottolineare come potrebbero esserci alcune vittime di tale cambiamento: gli anziani, per ovvi motivi legati alla loro bassa conoscenza del mondo digitale, i poveri che vivono di monete, ed i giovanissimi che spesso non possono contare su carte di credito, ai quali però oggi viene data sempre più la possibilità di utilizzare carte prepagate digitali.