Da gennaio 2020 entrerà in vigore la digital tax in Italia, che andrà a colpire i colossi del web, ovvero quelle società che operano su internet con almeno 750 milioni di euro di ricavi. Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, al Consiglio di Economia e Finanza (ECOFIN) dell’Unione Europea, a Lussemburgo. L’ECOFIN è composto da tutti i ministri dell’Economia degli Stati membri dell’UE. La nuova imposta a pieno regime, secondo le previsioni, porterà circa 600 milioni di euro l’anno nelle casse italiane.
La storia della digital tax
La digital tax è in realtà legge dal 2017, dopo essere stata proposta nel 2013. Tuttavia, nonostante l’approvazione, questa non è mai stata resa operativa, per timore di causare una fuga di capitali. Anche Gualtieri ha fatto presente che questa dovrà essere seguita da una serie di misure analoghe sul piano internazionale.
Il ministro dell’Economia italiano ha dichiarato
<<non vogliamo solo la digital tax italiana ma vogliamo che sia collocata dentro una misura definita sul piano internazionale. Noi faremo comunque la nostra parte, ma siamo parte attiva del negoziato che proseguiremo a Whashington al G20>>.
I colossi del web, se la digital tax entrerà davvero in vigore, dovranno pagare in tasse il 3% del loro fatturato in Italia. Questa sarà inserita fra le misure finalizzate a trovare le coperture necessarie a non dover approvare in rosso la prossima legge di bilancio, per la quale serviranno in totale 7 miliardi di euro.