Nel 1990, mentre negli Stati Uniti d’America si stava per concludere la presidenza di Reagan, l’Unione Sovietica era in pieno disfacimento. Le riforme di Michail Gorbačëv, che avevano introdotto qualche lieve forma di libertà economica e di espressione, non stavano producendo gli effetti sperati.
Subito dopo la caduta del Muro di Berlino, avvenuta nel 1989, le popolazioni di Estonia, Lituania e Lettonia si resero protagoniste di numerose proteste anti-governative. Gorbačëv venne ulteriormente indebolito da un tentativo di colpo di stato da parte di alcuni membri interni al Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS), contrari alla linea del loro Presidente. Inoltre ebbe molto peso la forte opposizione degli Stati Uniti a qualunque ipotesi di repressione nei confronti delle popolazioni che si stavano sollevando contro il governo di Mosca.
Indice
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La fine dell’Unione Sovietica
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Più Europa
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Il trattato di Maastricht e l’ascesa della Germania
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Tangentopoli e l’inizio della Seconda Repubblica
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L’inizio della stagnazione economica
La fine dell’Unione Sovietica
Il 28 giugno 1991 venne sciolto il Comecon, l’organizzazione economica che legava tra loro i paesi del blocco comunista sovietico. Tre giorni dopo venne annullato anche il Patto di Varsavia. Così, la superpotenza che, assieme agli USA, aveva dominato lo scenario geopolitico globale per tutto il secondo ‘900 era giunta alla sua fine. Il 21 dicembre dello stesso anno venne fondata la Comunità degli Stati Indipendenti, che comprendeva grandissima parte dei paesi ex sovietici, Russia compresa. Il 26 dicembre 1991 l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche venne dichiarata ufficialmente sciolta.
L’Italia perde il suo ruolo geopolitico
Tutto il periodo che va dal dopoguerra fino all’inizio degli anni ’90 ha visto l’Italia ricoprire un ruolo geopolitico fondamentale nel contesto della Guerra Fredda. Oltre a far parte della NATO, il Paese nel 1954 aveva firmato il Bilateral Infrastructural Agreement (BIA), un accordo bilaterale con gli Stati Uniti che permetteva a questi ultimi di istallare un qualsiasi tipo di struttura militare sul suolo italiano.
L’Italia gode di una posizione geografica privilegiata, che le permette di avere una forte influenza sia nell’Africa del Nord che nell’Europa dell’Est. Per questo la Penisola divenne uno dei partner principali degli USA in Europa e nel Mediterraneo. La fine della Guerra Fredda non ha indebolito l’alleanza italo-americana in modo esplicito, tuttavia ha ridotto molto il potere contrattuale dello Stivale nei confronti di Washington.
Più Europa
Dal dopoguerra fino alla fine della Guerra Fredda, l’Europa è sempre stata dipendente dagli Stati Uniti, sia sul piano militare che su quello economico. Rimasti sempre i maggiori finanziatori della NATO ed i principali investitori esteri nel Vecchio Continente, gli americani avevano ottenuto il controllo di tutti paesi dell’Europa Occidentale. Terminato lo scontro tra URSS ed USA, i paesi europei hanno deciso di approfondire il loro rapporto di collaborazione, cercando così di guadagnare una reale indipendenza.
Il 28 aprile del 1990 venne convocato un Consiglio Europeo straordinario dovuto dalla necessità di riorganizzare il Continente in seguito alla caduta del Muro di Berlino ed alla riunificazione della Germania. In quest’occasione vennero identificati i tre pilastri su cui si sarebbe poi basato tutto il funzionamento dell’Unione Europea:
- L’inglobamento di tutti i trattati economico-commerciali in un’unica istituzione
- L’implementazione di un’unica politica estera e di sicurezza
- La gestione comune degli affari interni e di giustizia
Il trattato di Maastricht e l’ascesa della Germania
Il 9 dicembre del 1991 si aprì a Maastricht uno dei più importanti Consigli Europei della Storia. Tutte le principali proposte avanzate nella Conferenza Intergovernativa tenutasi l’anno precedente furono messe in pratica. Fu così compiuto il più significativo e profondo passo verso la creazione di una realtà geopolitica europea indipendente.
Per la prima volta venne introdotta la cittadinanza dell’Unione Europea, per chiunque fosse cittadino di uno degli Stati aderenti al Trattato. Venne creato l’Europol, il primo ufficio europeo di polizia. Furono avviate nuove procedure di collaborazione per la gestione comune dell’immigrazione e della collaborazione doganale. Si sancì il principio di sussidiarietà e furono potenziati molto i poteri del Parlamento Europeo.
La decisione più importante fu in ambito monetario. Venne programmata l’introduzione dell’euro, per l’1 Gennaio 1999. La Germania riunificata, in questo periodo, ottenne un ruolo chiave nella neonata Unione Europea, diventando fra gli Stati membri il principale interlocutore in politica estera e nelle relazioni commerciali.
Tangentopoli e l’inizio della Seconda Repubblica
Il 17 Febbraio del 1992, in piena campagna elettorale, il pubblico ministero Antonio Di Pietro ottenne un ordine di cattura nei confronti di Mario Chiesa. Membro di spicco del PSI milanese, Chiesa venne colto in flagranza mentre stava intascando una tangente da parte dell’imprenditore Luca Magni. Fu l’inizio della più importante inchiesta giudiziaria della storia dell’Italia repubblicana.
Chiesa decise non solo di confessare tutti i suoi reati ma anche di rivelare come l’utilizzo delle tangenti fosse diventato una prassi per l’assegnazione degli appalti pubblici in Italia. L’imputato dichiarò che a beneficiare delle tangenti non era solo il Partito Socialista Italiano ma anche la Democrazia Cristiana, insieme a tutti gli altri partiti che avevano dominato la scena politica durante la Prima Repubblica. Man mano che arrivarono le confessioni anche da altri indagati, le inchieste si estesero in molti tribunali d’Italia e iniziò un’autentica pioggia di avvisi di garanzia nei confronti dei principali esponenti della politica italiana.
Nell’Aprile del 1992, dopo la serie di processi che passeranno alla Storia con il nome di tangentopoli, ci furono le elezioni per il rinnovo del Parlamento. La Lega Nord ottenne una vittoria storica a danno delle altre forze politiche. Nonostante il crollo dei partiti tradizionali, si riuscì comunque a formare una maggioranza risicata ma molto simile a quelle precedenti, con Democristiani, Socialisti, Socialdemocratici e Liberali a formare una coalizione. Le indagini di Mani Pulite continuarono però anche dopo le elezioni. Ci fu un vero e proprio accanimento mediatico nei confronti di tutta la vecchia classe politica italiana, che non resse il colpo.
Il bipolarismo
Il 26 Gennaio 1994 Silvio Berlusconi, con un discorso trasmesso nelle principali reti nazionali, annunciò la nascita di Forza Italia e la sua candidatura alle elezioni politiche. L’imprenditore dichiarò di voler portare al governo una forza politica moderata e liberale, di centro-destra, in totale contrapposizione ai partiti di sinistra. Decise così di allearsi con la Lega Nord nelle circoscrizioni dell’Italia Settentrionale e con Alleanza Nazionale nell’Italia Meridionale.
Per la prima volta in Italia si presentarono due colazioni del tutto inconciliabili tra di loro alle elezioni. Il gruppo capitanato da Berlusconi vinse le elezioni del 1994 con quasi il 43% dei voti. Il governo Berlusconi I durò meno di un anno ma diede inizio ad una fase storica del tutto nuova per la politica Italiana. La Seconda Repubblica sarà contraddistinta dalla netta contrapposizione tra il centro-destra berlusconiano e la sinistra.
I governi di sinistra
Nel 1996 si tornò così alle elezioni politiche, con la Lega Nord di Umberto Bossi che si presentò sola, ottenendo oltre il 10% dei voti. Berlusconi perse contro l’Ulivo, la coalizione di centro-sinistra guidata da Romano Prodi, per appena l’1,3% di scarto. Si alternarono così a Palazzo Chigi Prodi, D’Alema e Giuliano Amato, formando dei governi di centro-sinistra che dovettero guidare l’Italia in un momento molto difficile dal punto di vista economico. L’Italia aveva infatti firmato nel 1992 il Trattato di Maastricht, tuttavia non riusciva a soddisfare i parametri finanziari fissati.
L’entrata dello Stivale nell’euro-zona era ancora in discussione prima dell’insediamento di Prodi a Palazzo Chigi. I governi dell’Ulivo vollero spingere per far sì che l’Italia potesse entrare fin da subito a pieno titolo nell’Europa e permisero che i parametri fossero rispettati attraverso un’innalzamento senza precedenti della pressione fiscale. In questo senso divenne celebre la Tassa Europa varata da Prodi nel Dicembre del 1996.
L’inizio della stagnazione economica
Mentre la cronaca si concentrava quasi solo sugli scandali legati all’inchiesta Mani Pulite, il 1992 fu un anno cruciale per la storia d’Italia, anche e soprattutto per motivi economici. Dal dopoguerra in poi l’economia italiana si era resa protagonista di una crescita straordinaria, tanto che l’Economist, nel maggio 1991, arrivò a classificare il Paese come la quarta potenza economica mondiale.
Nel settembre 1992 arrivò il mercoledì nero. A seguito di un attacco speculativo senza precedenti la lira perse oltre il 30% del suo valore rispetto al dollaro americano. Quando la Bundesbank annunciò di non aver alcuna intenzione di salvare la moneta italiana da eventuali shock, l’iper-svalutazione divenne del tutto inevitabile. La crisi della lira contribuì così a portare l’Italia in recessione nel 1993, per la prima volta dopo quasi vent’anni.
Fu un colpo durissimo anche a livello geopolitico, perché la lira non rispettava più gli standard per far parte del Sistema Monetario Europeo, proprio pochi mesi dopo che l’Italia si era assunta l’impegno formale di adottare l’euro entro il 1 Gennaio del 1999. Grazie al drastico aumento della pressione fiscale imposto dai governi dell’Ulivo, l’Italia riuscì comunque a rispettare i parametri di Maastricht e poté entrar a far parte dell’unione monetaria. Nonostante il rispetto dei Parametri di Maastricht, la crisi della lira pose fine al lungo periodo di rapida crescita economica che aveva contraddistinto l’Italia per tutto il secondo ‘900.