Il progetto di Facebook Libra è salito alla ribalta il 18 luglio 2019, quando Mark Zuckerberg ha pubblicato il whitepaper della nuova moneta digitale. Da tempo era noto che il re dei social network aveva intenzione di creare la sua criptovaluta. Zuckerberg ha annunciato che Libra sarà attiva entro la metà del 2020 e sarà una stablecoin, ovvero una moneta ancorata al valore delle valute fiat, cioé quelle non è legate a riserve di altri materiali, come l’oro.
Il portafoglio su cui si scambieranno le moente digitali Libra sarà Calibra, società di Facebook. Zuckerberg precisa che Calibra tratterà i dati dei clienti come riservati, anche come risposta agli scandali che hanno coinvolto l’azienda del miliardario statunitense nell’anno precedente.
Il wallet sarà disponibile anche per gli utenti di Instagram.
Perché Libra non è una criptovaluta
Più che una nuova criptovaluta, Libra è un nuovo sistema di pagamento. Infatti, il suo funzionamento si basa sulle valute tradizionali. La maggior parte delle società per inviare e ricevere denaro utilizzano PayPal, Hype, N26 e altre terze parti. Queste permettono di scambiare denaro con delle commissioni bassissime, in alcuni casi pari a 0. Tutte queste società hanno un proprio sistema di pagamento ma non mettono a disposizione dei clienti una loro valuta. Libra su questo fa un passo avanti, per andare incontro al mercato internazionale. Infatti, col nuovo sistema di pagamento di Facebook non si scambieranno valute tradizionali, bensì “unità di Libra” o “Libre”.
Facebook sta creando una banca del futuro ma, di fatto, non sta creando una criptovaluta nel senso classico del termine. Infatti, Libra utilizza una tecnologia blockchain privata e permissionless, quindi centralizzata.
Il responsabile del progetto Libra ha dichiarato
<<Molti vogliono accostare Libra e Bitcoin. A mio parere, queste due monete non appartengono nemmeno alla stessa categoria. Bitcoin è un asset di investimento, Libra è nato per essere (solo) un mezzo di scambio>>.
Perché Facebook vuole presentarla come una criptovaluta
Si è parlato molto di Libra, soprattutto perché è stata definita criptovaluta, facendo così molto più scalpore di come avrebbe potuto fare altrimenti. La tecnica è stata quella di creare hype facendo leva su un argomento che già di per sé è sotto i riflettori. Se qualcuno l’avesse definita come un semplice sistema di pagamento, probabilmente non avrebbe avuto tutti questi rumors. L’innovazione c’è, ma non è una rivoluzione. Libra è un passo avanti a PayPal ma un passo indietro a Bitcoin.
Perché alcune partnership hanno abbandonato il progetto
Visa, Mastercard, eBay e Stripe hanno seguito PayPal nell’uscita dal progetto Libra. Sembra che l’aspetto legislativo freni molto l’interesse dei potenziali partner di Libra.
Il progetto, infatti, ha subito un respingimento immediato da parte dei legislatori di tutto il mondo. Secondo alcuni, Libra potrà essere usata facilmente come strumento di riciclaggio e dai terroristi.
Tutto il mondo delle valute virtuali ha sempre avuto problemi sul lato giuridico. Bitcoin, su tutti, ha e ha avuto problemi, dati dalla paura dei conservatori che si fermano al fatto che Bitcoin è emerso dal Deep Web ed è uno strumento molto utilizzato dai criminali.