Negli ultimi dieci anni il consumo di bevande analcoliche nel nostro Paese è calato vertiginosamente. Secondo un’indagine commissionata da Confindustria, dal 2009 ad oggi il volume di vendita di tali prodotti è diminuito del 25%. L’Italia si colloca attualmente al penultimo posto nella classifica dei paesi dell’Unione Europea per consumo pro-capite di bibite gassate.
Nonostante ciò, il settore occupa circa 80 mila persone e per ogni posto di lavoro diretto nelle aziende di produzione si generano 14 posti di lavoro indiretti: tre nella filiera a monte e ben undici in quella a valle. Il valore generato da questo business nel Belpaese, tra parte diretta e indiretta, è di circa 4,9 miliardi di euro, pari allo 0,29% del PIL nazionale, e contribuisce agli introiti dello Stato per 2,3 miliardi, tra entrate fiscali e contributive.
Il funzionamento della Sugar Tax
Il disegno di Legge di Bilancio del 2020, presentato al Senato lo scorso 2 novembre 2019, ha introdotto una nuova tassa che andrà a colpire il settore in questione: si tratta della cosiddetta Sugar Tax (letteralmente “tassa sullo zucchero”). Tale imposta verrà applicata alle bevande rientranti nella categoria 2009 (comprendente succhi di frutta, di ortaggi o di legumi) e nella 2202 (acque con aggiunta di zucchero o di altri dolcificanti o di aromatizzanti) della nomenclatura combinata dell’UE, destinate al consumo alimentare umano e ottenute con l’aggiunta di edulcoranti.
I primi due Paesi a proporre la tassa sono stati Danimarca e Francia. Quest’ultima nel 2012, sotto il governo Sarkozy, ha stabilito una tassazione di 2,5 centesimi di euro per lattina di drink contenente una bevanda zuccherata o dolcificata. Anche il Regno Unito a metà 2018 ha introdotto tale imposta sulle bibite con più di 5 grammi di zucchero ogni 100 millilitri, innalzando il loro prezzo di 18 pence a litro. Se invece il contenuto sale a 8 centesimi ogni 100 millilitri il rincaro lievita, arrivando a ben 24 pence a litro.
Tale imposta in Italia viene fissata dalla Legge di Bilancio in termini quantitativi secondo la seguente formula:
- 10,00 euro per ettolitro per i prodotti finiti;
- 0,25 euro per chilogrammo per i prodotti predisposti all’utilizzo previa diluizione.
Saranno esenti da tale imposta quelle bevande il cui contenuto complessivo di edulcoranti sia inferiore o uguale a 25 grammi per litro per i prodotti finiti, e 125 grammi ogni kilogrammo per i prodotti destinati a diluizione.
Ovviamente il disegno di legge regola anche le sanzioni da applicare nel caso tale normativa non sia rispettata. In linea generale la sanzione amministrativa sarà dal doppio al decuplo rispetto all’ammontare dell’imposta evasa, e comunque non inferiore a 500 euro. I parametri da cui dipenderà l’ammontare della sanzione da versare sono in via di definizione. In caso di ritardi nel versamento, la sanzione sarà pari ad un ulteriore 30% dell’imposta dovuta, e comunque non inferiore a 250 euro.
Perché una Sugar Tax?
In ultima istanza vanno definite le motivazioni dietro l’introduzione di questa tassa. Non vi è alcun dubbio che lo scopo ultimo sia quello di aumentare gli introiti dello Stato (fine esclusivo della tassazione), ma sicuramente è possibile indicare altre due ragioni, strettamente correlate tra di loro. Un dato preoccupante è che l’età media alla quale si inizia a consumare bevande zuccherate si è abbassata notevolmente. Scoraggiarne l’uso è difficile e sicuramente l’aumento del prezzo di qualche centesimo non impedirà alla famiglia media italiana di comprarle.
Tuttavia, introducendo una tassa basata sul quantitativo di zuccheri edulcoranti, si intende sollecitare le aziende produttrici ad abbassare il livello di dolcificanti all’interno del singolo drink. All’inizio la proposta di legge intendeva addirittura introdurre sulle bevande un’etichetta che indicasse il rischio di obesità derivante dal suo utilizzo frequente.
Le previsioni dicono che la Sugar Tax potrebbe portare nelle casse dello stato oltre 240 milioni di euro l’anno. La Legge di Bilancio dovrà essere approvata entro il prossimo 31 dicembre, e con essa tutta la fattispecie che regolerà il funzionamento di tale imposta.