Facebook Inc. ha acquistato nel 2012 Instagram per un miliardo di dollari e nel 2014 Whatsapp per circa 19 miliardi di dollari, ma la loro storia comune potrebbe non durare in eterno.
La Federal Trade Commission (FTC) è l’agenzia governativa statunitense che promuove la tutela dei consumatori e l’eliminazione, anche preventiva, di pratiche commerciali anticoncorrenziali. Essa sta considerando la possibilità di fermare il piano di integrazione che il noto CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, ha ideato: l’integrazione di Whatsapp, Instagram Direct e Facebook Messenger. Secondo le prospettive societarie la fusione sotto un’unica app dovrebbe avvenire tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.
La preoccupazione della FTC sta nella creazione di uno spazio unificato che coinvolgerebbe oltre due miliardi di utenti, dove questi potrebbero scambiare messaggi, informazioni di carattere personale, video e foto. Ancora una volta è la Privacy ad essere al centro della discussione, dopo lo scandalo di Cambridge Analytica che ha visto coinvolta la società californiana, sanzionata con una multa di $5 miliardi proprio dalla Commissione.
L’ingiunzione preliminare non è ancora cosa fatta ma al momento è discussa informalmente insieme alla valutazione di possibili violazioni concorrenziali e abuso di posizione dominante. L’antitrust ha anche sottolineato che in caso di totale integrazione delle piattaforme diventerebbe più difficile avviare procedimenti legali e di divisione delle competenze. Qualora la questione andasse in porto toccherebbe ai cinque membri della commissione depositare l’azione legale presso una corte federale.
Una soluzione forse sarebbe quella di vendere Whatsapp e/o Instagram o comunque mantenere la loro indipendenza, un finale sicuramente drastico e poco probabile.
Facebook non sembra aver intenzione di rinunciare al percorso di interoperabilità dei suoi servizi, infatti il passo avanti di Zuckerberg è verso la trasparenza e la gestione dei suoi contenuti per una migliore fruizione. La società attraverso un investimento di $130 milioni sta costituendo un board indipendente, nominato “Corte Suprema”, delegato alla valutazione di come il social modera i suoi contenuti e li gestisce. Comitati interni di cinque persone dovranno risolvere le controversie sugli standard per i contenuti.
Nel frattempo la multinazionale ha deciso di effettuare un rebranding per differenziare Facebook intesa come app e Facebook intesa come società e holding, scegliendo di rappresentare quest’ultima realtà con un nuovo logo:
Alcuni utenti possono già visualizzarlo avviando Whatsapp, mentre verrà aggiunto a breve alle altre applicazioni di proprietà di Facebook.
Attendiamo l’evoluzione della questione per cui ci vorrà del tempo mantenendo in mente che tutt’ora pende un’altra indagine antitrust precedente dei procuratori generali di 47 stati per violazioni nell’acquisizione e gestione dei dati degli utenti e sulla pubblicità.