Lo stabilimento Sibeg Coca-Cola di Catania, di proprietà del gruppo Busi, dovrà essere molto depotenziato a causa delle nuove imposte, dette Sugar Tax e Plastic Tax. Buona parte della produzione sarà spostata a Tirana, in Albania, dove la società già possiede uno stabilimento poco più piccolo di quello siciliano. Dei 377 dipendenti di Catania ne dovranno essere licenziati 151, il 40% del totale. Sibeg, come controllata del gruppo Busi, nel 2019 ha registrato un fatturato di 35 milioni di euro l’anno, con le nuove tasse, però, le spese aumenterebbero di 18 milioni di euro con gli stessi ritmi di produzione.
La Sibeg
La Sibeg è un’azienda che si occupa di produrre, imbottigliare, distribuire e pubblicizzare bevande per conto della multinazionale The Coca-Cola Company. Questo celebre marchio racchiude al suo interno, oltre alla Coca-Cola di cui porta il nome, anche Sprite, Fanta, Monster Energy, Fuzetea ed altre bevande meno famose, gassate e non.
La società Sibeg come operatore siciliano di The Coca-Cola Company, fu fondata nel 1960 da un gruppo di imprenditori del settore farmaceutico. Nel 1976 l’azienda fu acquistata dal gruppo Busi, con sede vicino Brescia, già collaboratore della Coca-Cola nelle Marche ed in Emilia Romagna. Dalla sua fondazione, la Sibeg è stata sempre in crescita. Nel 2019 controllava circa il 62% del mercato delle bevande gassate in Sicilia.
Le nuove tasse
Nella Legge di Bilancio 2020 dell’Italia sono state introdotte due nuove imposte, sulla plastica usa e getta e sulle bevande zuccherate. Queste sono note come Plastic Tax e Sugar Tax e per la Sibeg rappresentano un colpo molto duro, infatti la prima porterebbe un aumento della spesa di 2 milioni di euro l’anno mentre la seconda di 16 milioni, per un totale di 18. La nuova situazione fiscale andrebbe quindi a dimezzare il fatturato dell’azienda, di 35 milioni di euro nel 2019.
La Plastic Tax entrerà in vigore il 1° luglio 2020, la Sugar Tax, invece, il 1° ottobre.
Le risposte della società
Il CEO del gruppo Busi, Luca Busi, ha definito la tassa sullo zucchero
<<pensata velocemente ed in maniera superficiale>>.
In effetti l’imposta sulle bevande zuccherate, denuncia Busi, verrà applicata anche a bibite confezionate che non contengono zuccchero ed in quelle dove è presente non si tiene conto della percentuale. Inoltre, non si è considerata la tassa già presente sugli analcolici gassati, con l’Iva al 22%. Nella situazione attuale, prosegue il CEO, l’azienda in Italia sarà costretta a pagare il 60% dei suoi ricavi al fisco, contro il 15% a cui sarebbe invece sottoposta in Albania.
Sindacati e dirigenti della società hanno presentato un lettera congiunta al governo Conte. Questi chiedono, dopo la Sugar Tax e la Plastic Tax, di abbassare l’Iva per le bevande gassate dal 22% al 10%.