Ogni anno agenzie specializzate, testate giornalistiche e centri di statistica analizzano e aggregano i dati forniti dai bilanci pubblici delle società per azioni per costruire indici utili per le analisi economiche, dando così un quadro complessivo dell’evoluzione dei mercati in un’ottica dinamica, cioè in rapporto con gli anni precedenti. Porre una lente di ingrandimento sui numeri delle grosse s.p.a. è anche un metodo utilizzato da sempre dagli analisti per l’analisi fondamentale.
Secondo le analisi sui dati relativi al 2018 sui board delle aziende quotate al Mercato Telematico Azionario (MTA), un amministratore delegato in media guadagna 850 mila euro, in leggero calo rispetto all’anno precedente secondo quanto riportato da Forbes. Il presidente di una società quotata, invece, guadagna in media 460 mila euro.
Da uno studio di MedioBanca si evince come il compenso di un a.d. sia circa 14 volte il costo del lavoro nell’azienda per cui lavora, valore che quasi raddoppia nelle aziende con oltre il miliardo di capitalizzazione, con un pico di 114 volte.
Non stupisce nell’analisi la preponderanza del settore privato sul pubblico in termini di compensi.
La nota stonata, che purtroppo ancora una volta non stupisce, è il divario tra le contribuzioni degli a.d. uomini rispetto alle colleghe donne. Prendendo sempre come base d’analisi i dati delle quotate italiane del 2018 ma includendo le società che hanno trasferito la sede legale all’estero o si sono quotate in una Borsa estera, è stata stilata una top cento dei manager più pagati. La retribuzione nel caso di specie è a lordo di tasse più gli eventuali bonus, le plusvalenze derivanti dalle stock option e il controvalore per l’assegnazione di azioni gratuite.
Solo quattro donne rientrano nella classifica.
Il nome di spicco è quello di Miuccia Prada, a capo della società di moda che porta il suo nome (inserita nella classifica anche se la società è quotata ad Hong Kong). Come amministratrice delegata ha guadagnato nell’anno 12,4 milioni di euro, posizionandosi quinta nella classifica generale. Miuccia Prada si è lasciata dietro nomi come John Elkann, Tronchetti Provera, Francesco Starace di Enel e gli a.d. di Eni e Intesa San Paolo.
Scorrendo la classifica il secondo nome è quello di Alessandra Gritti, a.d. di Tamburi Investments Partners, trentunesima con 4,66 milioni. Settantunesima con 1,95 milioni di euro Monica Mondardini a.d. di CIR- Compagnie Industriali Riunite, compagnia attiva nel settore media, componentistica auto e sanità, nonché ex a.d. di GEDI gruppo editoriale.
Ai limiti della classifica c’è la stilista Alberta Ferretti fondatrice della casa di moda Aeffe con 1,56 milioni di euro, che batte per pochissimo Massimo Moratti. Fuori dalla classifica dei top 100 e ben ventinove posizioni sotto c’è Gina Nieri membro del Cda di Mediaset.
Per dare un ordine di grandezza al gap nelle retribuzioni dei manager tra uomini e donne, il primo manager uomo più pagato presente nella classifica è Sergio Marchionne (inserito comunque nella classifica anche se deceduto a luglio 2018), ex a.d. di Fiat-Chrysler, Ferrari, Cnh Industrial che nell’anno dell’analisi ha guadagnato 28,27 milioni di euro, un importo anche superiore alla somma delle retribuzioni delle dieci manager donna più pagate.
Secondo quanto fornito dal Sole 24 ore i dieci uomini più pagati hanno guadagnato in media 12,58 milioni a testa, mentre le dieci donne 2,75 milioni ciascuna. Il differenziale perciò è di quasi cinque volte.
L’Italia conferma il trend già presente a livello internazionale del gap di genere, macchia nera di una società che spinge per essere più equa.