Tesla, l’azienda automobilistica di Elon Musk specializzata in auto elettriche, diventa sempre più affidabile agli occhi degli investitori. Il 29 gennaio 2020, la società ha pubblicato i bilanci del 4° trimestre 2019, che hanno portato il titolo a volare in Borsa, arrivando fino al +12% poco dopo la diffusione dei dati. Non si è trattato solo di un picco momentaneo, infatti anche il 30 gennaio le azioni Tesla restano su livelli di crescita superiori al 5%. A trainare il risultato, prima di tutto, ci sono i ricavi degli ultimi tre mesi del 2019, di 7,38 miliardi di dollari, superiori alle stime degli analisti, che prevedevano un risultato intorno ai 7,02 miliardi (Refinitiv). Inoltre, dopo il pesante ritardo, Tesla è riuscita, entro la fine dell’anno ormai chiuso a rispettare tutti gli ordini in sospeso.
Un 2019 di fuoco
Il 2019 è stato molto intenso per Tesla, tanto che a inizio estate in molti ne vedevano vicino il fallimento. Da gennaio a giugno l’azienda di Elon Musk ha perso il 42% del suo valore azionario, dopo una serie di consegne mancate ed obbiettivi annunciati non raggiunti. Per valutare i risultati dell’anno, tuttavia, è necessario guardare ai 12 mesi. Fra il primo gennaio ed il 31 dicembre 2019, Tesla ha quasi raddoppiato il suo valore, con un +95% registrato in Borsa. Solo negli ultimi tre mesi del 2019, l’azienda ha registrato un clamoroso +75%.
I risultati del 2019 e le aspettative per il 2020
Nel 2019 sono state vendute e consegnate quasi 400 mila auto, circa il 50% in più rispetto al 2018. Il valore delle azioni della società è aumentato, da inizio gennaio a fine dicembre, del 95% circa, portando la società ad una capitalizzazione superiore ai 100 miliardi di dollari. Questo risultato rende Tesla la seconda azienda automobilistica al mondo con la valutazione più alta, seconda solo a Toyota.
I risultati finanziari di Tesla sembrano in parte gonfiati, tuttavia la crescita dell’azienda è reale e molto forte. Dopo il +50% delle vendite portate a termine nel 2019 rispetto al 2018, le stime fornite dalla società prevedono un aumento del 36% circa per il 2020. Con gli impianti di produzione già aperti in ampliamento e l’inaugurazione della Tesla Gigafactory Europe, se non ci saranno soprese con cali della domanda, l’obbiettivo posto è realistico.
I progetti
A marzo 2020 dovrebbero essere consegnati i primi modelli della Tesla Model Y. Secondo Elon Musk questa diventerà l’auto di punta della compagnia, prevedendo che supererà il successo della Model 3. In quest’ottica, la società sta potenziando l’apparato produttivo per l’assemblaggio della Model Y nei suoi due stabilimenti negli Stati Uniti.
Gli stabilimenti produttivi di Tesla sono strutturati in maniera singolare. Questi sono degli edifici enormi, detti Gigafactory, pensati per essere ampliati nel tempo anche dopo essere entrati in funzione. Oltre ai due centri statunitensi, la Gigafactory 1 in Nevada e la Gigafactory 2 nello Stato di New York, la società ne ha uno in Cina, nei pressi di Shangai, la Gigafatory 3. Inoltre a fine 2021 dovrebbe essere aperta la Tesla Gigafactory Europe in Germania, nella regione di Berlino.
Una priorità per Tesla nel 2020 sarà lo sviluppo di nuovi tipi di batterie. L’obbiettivo è quello di abbassarne il più possibile i costi di produzione e di creare apparecchi con sempre maggiore efficienza energetica. Il fulcro di questo impegno in ricerca e sviluppo dovrebbe essere la Gigafactory cinese.
L’ombra terribile del coronavirus
L’epidemia del coronavirus scoppiata in Cina potrebbe essere un disastro per Tesla. Il 29 gennaio 2020 le autorità cinesi hanno chiuso, in via provvisoria, la Gigafactory di Shangai, come altri stabilimenti nella stessa area, per ridurre il rischio di contagio fra i dipendenti. Il blocco dei lavori in Oriente è un problema non da poco per la società di Musk, che potrebbe diventare molto grave se la situazione impiegherà troppo tempo a normalizzarsi.
La paralisi del ramo cinese di Tesla potrebbe compromettere i piani di sviluppo per batterie più efficienti, le cui relative ricerche si sarebbero dovute svolgere proprio nello stabilimento vicino Shangai. Inoltre, la Cina era il paese in cui la domanda di macchine Tesla stava crescendo di più, un blocco prolungato anche degli acquisti potrebbe quindi rappresentare un duro colpo.