Coronavirus: quale azienda automobilistica ha deciso di chiudere i propri stabilimenti in Cina?
A) Volvo
B) Audi
C) Toyota
L’azienda automobilistica giapponese Toyota ha deciso di interrompere la produzione nelle proprie aziende in tutta la Cina, almeno temporaneamente. La causa è dovuta alla diffusione su scala globale del CoronaVirus che negli ultimi giorni ha costretto vari governi ad assumere misure preventive anti-contagio a seguito delle dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha indetto uno stato di emergenza sanitaria internazionale. Maki Niimi, portavoce dell’azienda automobilistica, ha affermato:
“Considerati vari fattori, tra cui le linee guida dei governi locali e regionali e la situazione della fornitura di componenti, a partire dal 29 gennaio, abbiamo deciso di interrompere le operazioni nei nostri stabilimenti in Cina fino al 9 febbraio. Monitoreremo la situazione e prenderemo eventuali ulteriori decisioni sulle operazioni il 10 febbraio”
La situazione economica appare dunque molto precaria in tutto il mondo anche dal punto di vista del turismo, settore in cui i cinesi rappresentano un valore considerevole soprattutto nell’acquisto di beni di lusso. Anche Starbucks ha annunciato la chiusura temporanea di più della metà dei propri negozi in Cina per timore del contagio. McDonald’s sembra voler intraprendere la medesima strada.
Quanti saranno i paesi dell’UE a partire dal primo febbraio 2020?
A) 28
B) 30
C) 27
A mezzanotte del 31/01/2020 la Gran Bretagna festeggia l’uscita dall’unione Europea. Dopo 40 anni vissuti come membro dell’Unione, a quasi tre anni e mezzo dal referendum Brexit e dopo due elezioni e tre Premier, la Gran Bretagna non farà più parte dell’Europa che passerà da 28 a 27 membri totali. Gli eurodeputati britannici verranno ritirati dalle istituzioni europee e i futuri premier non parteciperanno più alle riunioni del Consiglio Europeo. Da qui in poi si aprirà un periodo di transizione in cui UE e Regno Unito (Inghilterra, Galles, Irlanda del nord e Scozia) dovranno necessariamente negoziare un accordo commerciale per ristabilizzare il mercato unico e l’unione doganale. Inoltre sarà necessario modificare le regole sui dazi. La volontà dell’Unione Europea in questo senso, confermata anche dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sembrerebbe essere quella di non applicare alcuna tariffa su prodotti o merci a condizione che il Regno Unito rispetti alcune prerogative: Londra dovrà applicare standard ambientali simili a quelli dell’Unione Europea e rispettare le norme sui lavoratori e sugli aiuti di Stato, evitando di dare troppa mano libera alle proprie aziende. In ogni caso l’Europa ha una linea chiara:
“Vogliamo il miglior partenariato possibile col Regno Unito ma non sarà buono come la membership. Appartenere all’Ue conta. L’esperienza ci insegna che la forza non sta nello splendido isolamento, ma nella nostra unica unione”.
Il commento positivo arriva dalla presidente della Commissione UE: “Oggi non è la fine, è un inizio”.
Nel quarto trimestre il PIL italiano è:
A) Aumentato
B) Diminuito
C) Rimasto invariato
Il prodotto interno lordo del quarto trimestre, secondo stime ISTAT, è diminuito dello 0,3% rispetto al terzo trimestre, il quale aveva a sua volta registrato un aumento dello 0,1% congiunturale e dello 0,5% tendenziale. Il calo del quarto trimestre risulta il più forte verificatosi da sette anni a questa parte. Nonostante ciò, il PIL su base annua è rimasto invariato. Nel 2019 infatti la dinamica del Pil ha subito una battuta d’arresto. Nel commento ai dati ISTAT é riportato quanto segue:
“il calo congiunturale dello 0,3% ha interrotto la debole tendenza positiva prevalsa nell’arco dei quattro trimestri precedenti. La contrazione trimestre su trimestre determina un abbassamento del tasso di crescita tendenziale del Pil, che scende a zero dallo 0,5% del trimestre precedente”.
Si tratta, in ogni caso, di una prima comunicazione in attesa di risultati ufficiali che verranno resi noti il prossimo 2 Marzo.