Se fino a poco tempo fa (su scala storica) il mondo era diviso in due grandi blocchi, Stati Uniti e Russia, che hanno delineato le linee politiche e geografiche internazionali, oggi gli equilibri sembrano in via di trasformazione. L’America si sta trovando sempre più spesso a dover fare i conti con un nuovo nemico sul fronte: la Cina.
Dalle prime tensioni sul commercio, i dazi, i diritti umani, adesso si può parlare di una vera e propria corsa agli armamenti tra il presidente cinese Xi Jinping e quello americano Donald Trump, i quali si trovano a scontrarsi per la conquista o conferma del podio in tema di armi.
L’international Peace Research Institute di Stoccolma (SIPRI) ha dimostrato che la Cina sta diventando sempre più un leader mondiale nella produzione di armi, scavalcando perfino la Russia, che inevitabilmente scende al terzo posto di fronte all’ascesa sul mercato della rivale.
Le statistiche del SIPRI
Stando ai dati più recenti, nel 2017 l’Aviation Industry Corporation of China (AVIC), la prima conglomerata attiva nei settori della difesa e dell’aereonautica, vendeva armi per un totale di circa 20,1 miliardi di dollari, mentre la China North Industries Group Corporation (NORINCO) si aggirava intorno ai 17,2 miliardi per la produzione soprattutto di veicoli e armi da fuoco. Ma il blocco orientale ha ultimamente dimostrato di avere un potenziale superiore a quanto riportato.
Il paradosso risiede nel fatto che la Cina spende molto meno degli Stati Uniti in armamenti: le risorse investite nella difesa sono salite intorno al 6,8% su scala annua, molto meno rispetto alla crescita dell’economia. Nel 1992 la spesa militare nazionale cinese si aggirava intorno al 2,5% del PIL, mentre oggi, secondo i dati riportati dalla Banca Mondiale, è scesa sotto l’1,9%.
Gli Stati Uniti, invece, hanno investito nella difesa quasi 750 miliardi di dollari solo nell’ultimo anno, ovvero il 4,2% del prodotto interno lordo.
La strategia tecnologica
Ciò che fa la differenza è lo sviluppo tecnologico che ha permesso alla Cina di diminuire le importazioni e aumentare le esportazioni del 208%, confermandosi come uno dei fornitori di armi convenzionali che lasciano poco spazio alla concorrenza. Non di meno lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, fondamentale nel potenziamento degli armamenti, e dei sistemi di hackeraggio ad alto livello, hanno destato preoccupazione da parte degli Stati Uniti. La Cina infatti, attraverso l’utilizzo di queste tecnologie, sarebbe in grado di accedere ad informazioni riservate americane e non solo.